Da L’inchiesta Quotidiano del 13 agosto 2021 (vai)
Qualcosa sta cambiando nei rapporti tra Acea Ato 5 e i Comuni e una, volta tanto, il cambiamento sembra essere a tutto vantaggio dei cittadini.
La segreteria tecnico operativa (Sto) ha iniziato ad assumere una serie d’iniziative finalizzate, da una parte, alla verifica del corretto operato del gestore del servizio idrico integrato e, dall’altra, a tutelare il cittadino-utente dall’arbitrio dell’azienda appaltatrice.
Una vera e propria rivoluzione divenuta possibile dopo una riorganizzazione organica e normativa degli enti d’ambito e del loro braccio tecnico, operativo e di controllo qual è la Sto.
Due segnali tra tutti: il dimezzamento degli aumenti pretesi dal gestore e la tirata d’orecchie ad Acea Ato 5 sui ritardi (ancora in corso) nel rimborso agli utenti delle somme pagante in più (causa tariffe provvisorie più altre) nel 2020 e fino al marzo 2021.
La Segreteria tecnico operativa sta vestendo sempre meglio la casacca di arbitro nei rapporti tra Gestore, Comuni e cittadini. E questo atteggiamento lascia ben sperare per il futuro.
Di tutto ciò, in parte, va anche ‘ringraziato’ l’atteggiamento autoreferenziale e a tratti arrogante del nuovo management che dal novembre 2019 guida Acea Ato 5: giunto da Roma per incassare il più possibile non c’ha pensato due volte a rovesciare qualsiasi tavolo di trattativa in corso e a provare ad imporre rincari ingiustificati delle tariffe, pretendendo che in quattro anni (dal 2020 al 2023) l’acqua costasse il 35% in più con un aumento del 7,7 per ogni anno. Tradotto in soldoni, gli illuminati neo amministratori di Acea avevano fatto il conto di intascare in un quadriennio, prelevandoli dalle tasche dei cittadini, la bellezza di quasi 28 milioni di euro in più.
Una pretesa a cui la Sto, tramite i propri consulenti, ha detto no. Non se ne parla proprio, anche perché molti dei costi portati all’incasso dal Gestore sono stati ritenuti non ammissibili se non ingiustificati. Una posizione a cui, esaminati numeri e tabelle, ha dato manforte anche il presidente dell’Ato 5 Antonio Pompeo e la maggioranza dei sindaci, stanca di essere ‘ricattata dal gestore’ con la solita diffida ad approvare le proprie tariffe altrimenti vengono meno i servizi al territorio (la sospetta chiusura del nuovo sportello al pubblico di via Aldo Moro a Frosinone ne è la peggiore riprova).
Insomma, l’aria è cambiata, grazie anche al diverso atteggiamento dei sindaci davanti alle relazioni prodotte dalla Sto, alla voracità economica di Acea e alla montagna di disservizi che il gGestore ha fatto registrare. E pensare che solo due anni prima le tariffe erano state approvare in pieno accordo tra Acea e sindaci senza polemiche e coltellate alla spalle: altri tempi e altri uomini.
Ma ancora più significativo è stato il ruolo svolto dalla Sto nelle scorse settimane, davanti alla ritrosia del Gestore a rimborsare gli utenti a seguito della deliberazione di tariffe più basse rispetto a quanto pagato nell’anno precedente.
La segreteria tecnico operativa è prontamente intervenuta – a anche seguito di un nostro articolo – dopo aver appreso che il Gestore, di propria iniziativa, aveva ritenuto dover procedere al rimborso solo a seguito dell’invio da parte degli utenti di un’autolettura. Acea, per capirci, pretendeva – ed in parte ancora prova a pretendere – che l’onere di restituire i soldi agli utenti incombesse sugli stessi cittadini che se non avessero adempiuto alla richiesta di mandare la lettura (così poi la società poteva nuovamente fatturare i consumi e abbattere l’eventuale conguaglio a favore dell’utente limitando i danni al bilancio!) non avrebbero avuto diritto ad alcun rimborso!
Insomma, per quei geniacci di Acea funziona così: se le tariffe aumentano si applicano immediatamente e non serve alcuna autolettura, anzi vai di stima che spesso fatturi più del dovuto e incassi alla grande, mentre se le tariffe scendono e bisogna restituire i soldi agli utenti allora è bene inventarsi qualcosa per non scucire più di tanto. Chissà cosa ne pensa l’Arera di quest’atteggiamento?
Ad ogni modo la Sto ha chiarito al Gestore come: “…l’adozione di due differenti procedure per la gestione dei conguagli, se a vantaggio dell’utenza o a carico della stessa, comporti una disuguaglianza ed un iniquo trattamento commerciale” e ha disposto che il Gestore procedesse con la determinazione del conguaglio anche per tutte quelle utenze il cui fatturato è stato già emesso in stima, mantenendo a base del ricalcolo lo stesso consumo riportato nelle fatture già emesse.
Acea Ato 5 ha accusato il colpo ma non è chiaro quanto la “tirata d’orecchie” rimediata dalla Sto abbia sortito effetti. Infatti nel suo comunicato stampa, Acea scrive: “..a partire dal 26 marzo 2021, sono già stati operati 68.585 conguagli ed il Gestore ha già provveduto ad elaborare le relative note di credito che verranno rilasciate nei prossimi mesi, secondo un calendario pianificato, e comunque non oltre il mese di settembre 2021”. E, se si sa leggere l’italiano, si capisce che i rimborsi – per ora – sono stati solo calcolati, tra l’altro solo per 68 mila utenze su circa 200.000 gestite! E che le note di credito (di quelle 68.000 utenze perché così c’è scritto!) saranno inviate ai destinatari entro settembre! E, di grazia, le altre 132.000? Parliamo di circa 3,5 milioni di euro che dovrebbero essere già tornati nelle tasche degli utenti con le prime fatture utili e che invece Acea si tiene ben stretti.
In questo contesto di ‘furbate’ e pressioni alquanto indebite sugli utenti-consumatori, il ruolo della Sto, quale primo organo di istanza per la tutela dei cittadini e legittimità dell’operato del gestore, è fondamentale e andrebbe sostenuto anche parte dei sindaci. La svolta è iniziata con la nomina, lo scorso anno, del nuovo dirigente responsabile della struttura, l’ingegner Vincenzo Benincasa, e l’avvio di tutta una serie di procedure amministrative che hanno dato e stanno dando sostanza alle strutture e all’organigramma della segreteria con la stabilizzazione di personale che ha lavorato per un decennio in condizioni precarie se non di fortuna; la nomina di responsabili per i vari settori; la stesura di un bilancio proprio dell’ente; l’individuazione di commissioni e organismi che effettuino verifiche e vigilanza sulle attività e i comportamenti del gestore. Se la Sto fa bene il suo ruolo sono tutte ‘poltrone’ utili e necessarie.
Vale la pena però chiarire da subito una cosa: nella gestione del servizio idrico integrato sono stati effettuati molti errori e da tutte le parti (quella pubblica e quella privata). Ma chi scrive è convinto che non si possa gettare la croce sulle passate gestioni della Sto che hanno operato di certo al meglio, tenuto conto del contesto in cui erano calate, senza strumenti, senza uomini e senza mezzi, spesso in balia di un Gestore aggressivo e determinato a fare solo utili. Ognuno poi risponde degli errori commessi (ed alcuni ex dirigenti ne stanno rispondendo) ma non si può esprimere un giudizio favorevole o contrario senza aver tenuto nel giusto conto le condizioni in cui tale struttura fino a qualche nano fa si è trovata a muoversi. Così come oggi vanno correttamente apprezzati gli sforzi messi in campo per tutelare gli utenti e tenere a bada un gestore vorace e – dati alla mano su perdite e disservizi – poco capace.
Cesidio Vano