Rimborsi Acea agli utenti…e chi li ha visti?


Da L’Inchiesta Quotidiano del 24 agosto 2021 (vai)

Rimborsi Acea agli utenti? Chi li ha visti? In cambio, però, nelle bollette spunta la mora per i pagamenti in ritardo nel 2018!

“Me ne frego! no so se ben mi spiego, me ne frego fo quel che piace a me”. Questo motivetto andava tanto di moda nel Ventennio, ma c’è chi giura che, ancor oggi, qualcuno lo fischietti in zona De Matthaeis a Frosinone.

Acea Ato 5 continua a non rimborsare gli utenti delle maggiori tariffe pagante nel 2020 (rispetto a quelle meno onerose adottate dai sindaci lo scorso marzo) né, a quanto ci risulta, si sta attendo alle indicazioni date dalla Segreteria tecnica operativa che, il mese scorso, ha ritenuto inutilmente vessatoria per gli utenti, e anche viziata da un iniquo trattamento commerciale, la pretesa dell’invio di un’autolettura dei consumi se si vuole aver diritto al rimborso della differenza pagata in più,.

Il ragionamento fatto dalla Sto è stato molto semplice: perché, se le tariffe aumentano, il gestore applica subito i conguagli a proprio vantaggio con la prima fattura utile – incassando così da subito il maggior dovuto -, mentre, se le tariffe diminuiscono e bisogna restituire i soldi agli utenti, il gestore cincischia, crea impedimenti e prende tempo? Così non va bene.

Da parte sua Acea ha assicurato che ha già operato “68.585 conguagli” ed “ha già provveduto ad elaborare le relative note di credito che verranno rilasciate nei prossimi mesi (…) comunque non oltre il mese di settembre 2021”. Ci è capitato di visionare diverse fatture emesse in questo periodo – molte con letture di consumi certi, perché fatte dal letturista o mandate dall’utente, ma in nessuna c’era traccia del rimborso. Boh! Sarà stata sfiga. Ad ogni modo le utenze gestite da Acea Ato 5 superano le 200 mila e lo sforzo fatto sinora (68 mila) sembra davvero pochino.

Sul punto, il gestore del servizio idrico prosegue per la sua strada e non pare abbia dato più di tanto peso alle contestazioni della Sto e alle specifiche indicazioni date dal dirigente Vincenzo Benincasa. Se ne è fregata. Anche in questo mese di agosto, ha proseguito con l’invio agli utenti, unitamente all’ultima bolletta, di un avviso in cui si stabilisce che: “Il conguaglio sarà applicato a fronte di una lettura effettiva comunicata dall’utente o rilevata dal Gestore” e che “Per accedere al conguaglio è necessario che sia presente una lettura reale del misuratore idrico. In mancanza della lettura comunicata dall’utente o rilevata dai nostri tecnici, Acea Ato 5 S.p.A. non potrà dare seguito al conguaglio tariffario”.

Quindi, se l’utente non manda la lettura – che consente al gestore di emettere una nuova fatturazione per i consumi nel frattempo maturati ed abbattere così l’esborso a favore dell’utente medesimo – nessun rimborso! Ma non è proprio questo quello che la Sto ha detto di non fare? Chi se ne frega!

Acea deve ridare in tutto agli utenti oltre 3 milioni di euro, che se passati alla colonna ‘dare’ rischiano di mettere k.o. il già precario bilancio economico-finanziario. Ad ogni modo, se nelle ultime bollette, non ci sono i rimborsi per il 2020, compare invece, in alcuni casi, una nuova voce, quella degli “interessi di mora” per i pagamenti effettuati in ritardo. E non solo i pagamenti in ritardo della precedente bolletta, bensì anche quelli delle fatturazioni risalenti a 3 o 4 anni fa.

Nelle bollette che abbiamo potuto visionare, infatti, viene applicato agli utenti un tasso di mora pari al 3,50% su base annua, anche per ritardi di pochi giorni, relativi a fatture per consumi tra il 2017 e il 2018. A volte pochi spiccioli, certo, ma è il principio che ci sfugge: perché si è tornati indietro nel tempo per recuperare quelle ‘monetine’? Sicuri che non erano ritardi generati dal mancato recapito delle bollette e dei quali si era garantito che non si sarebbero pagate sanzioni? E poi: quando finalmente Acea si degnerà di rimborsare gli utenti per la differenza tariffaria del 2020 e primo trimestre 2021, si auto applicherà la mora? Verserà cioè agli utenti quel 3,5% di interessi, che oggi pretende per le somme in entrata, per il ritardo nel rimborso a conteggiare dallo scorso marzo? Vedremo.

Quello che sta accadendo, però, è davvero il segno che il gestore, al di là di eventuali prescrizioni biennali e l’applicazione della normativa che ne regolamenta l’esazione, sta davvero grattando il fondo del barile per restare a galla. Perché, la grande operazione comandata dai piani alti di piazzale Ostiense affinché a Frosinone le bollette si pagassero e zitti – anche se i servizi non funzionano, le perdite sono record in Italia, le turnazioni riguardano anche d’inverno un comune su tre e le interruzioni contano oltre 650 ore anno su tutto il territorio -, sta producendo un ‘ciufolo’ o poco più.

La truppa d’occupazione, strutturata e comandata a bacchetta direttamente dall’Area Idrico, ha quasi cappottato restando in garage: alla prima occasione si è fatta bocciare le tariffe idriche dai sindaci; alla seconda, ha rovesciato il tavolo di conciliazione con tutto quello che questo comporterà per i conti della Spa e per la conflittualità nei rapporti. Insomma, dati alla mano, la spedizione che doveva fiaccare la ‘resistenza’ ciociara e piegarla al ‘dictum’ romano sembra sempre più la copia di quella guidata, nel 1683, da Meo Patacca: partita da Roma, doveva salvare Vienna dall’assedio dei Turchi, ma uscita da Porta del Popolo rientrò a Porta Portese e con i soldi raccolti per finanziare l’epopea, alla fine, ci pagarono la cena.
Cesidio Vano

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