Acea Ato 5 si fa beffa degli utenti: “Vuoi il rimborso? Mandami l’autolettura!”


Da L’Inchiesta Quotidiano del 12 luglio 2021 (vai)

Acea come Gollum: “Il mio tessoroooo!”. Il gestore idrico della provincia di Frosinone si tiene stretti i soldi incassati in più nel 2020 e nei primi mesi del 2021, applicando tariffe più alte rispetto a quelle poi adottate dai sindaci, che hanno dimezzato gli aumenti. Si tratta di circa 3,5 milioni di euro che dovrebbero tornare nelle tasche dei cittadini, ma Acea Ato 5 finora ha cincischiato, cercando di prendere tempo e studiano soluzioni “alternative” che le consentano di tenersi il “tessoroooo!”.

Eppure, in base alla normativa vigente, il gestore avrebbe dovuto autonomamente già conguagliare agli utenti le somme dovute con la prima bolletta utile: non lo ha fatto e, stando alle comunicazioni che starebbero per arrivare a casa degli utenti, sembra poco intenzionata a farlo.

Acea Ato 5, infatti, starebbe per spedire agli utenti un avviso in cui spiega che per riavere indietro i soldi pagati in più con le precedenti bollette è necessario che gli stessi utenti (!) inviino un’autolettura dei consumi, in assenza della quale non si procederà al conguaglio!
Insomma, con una mossa da “furbetti der quartierino” – forse in romanesco gli è più chiaro – il gestore rovescia l’onere del rimborso, che graverebbe esclusivamente su Acea Ato 5, sui cittadini, caricando su di loro un’ulteriore incombenza che finisce per rallentare se non bloccare la restituzione del maltolto.

Ma, poiché parliamo di consumi 2020 e primi mesi 2021, viene da chiedersi: il gestore le letture le fa? E’ tenuto ad effettuare almeno due rilievi all’anno: quanti ne ha fatti nel 2020? E se li ha fatti, perché chiede ora le autoletture? E perché, almeno per il 2020, non ha già proceduto a rimborsare almeno quegli utenti di cui ha acquisito le letture?

Tra l’altro, fornendo oggi un’autolettura, l’utente consente al gestore di effettuare una nuova fatturazione per i consumi aggiornati: in sostanza, invece che restituire i soldi, Acea finirà per chiederne altri.

Ad ogni modo, scordatevi di riavere indietro moneta contante: semmai il gestore restituirà qualcosa lo farà come credito sulle bollette future e se avete qualche bolletta non pagata, beh: prima compenserà con quella somma.

Non si capisce, a questo punto, perché tutte le volte che le variazioni tariffarie sono state in aumento (e quindi a vantaggio di Acea) le stesse sono state applicate immediatamente e senza richiedere alcuna autolettura agli utenti, anzi i consumi sono stati calcolati in stima così, magari, si incassa anche di più; mentre, quando la variazione tariffaria è in diminuzione (e quindi a vantaggio degli utenti) è invece necessario inventare una farraginosa procedura che rallenti conguagli e restituzioni!

E il caso che chi di dovere intervenga al più presto per ripristinare le giuste regole. Quantomeno, è il caso che, se proprio si ritenesse necessaria una procedura “ad hoc” per la restituzione dei soldi agli utenti, questa venga fatta dall’organo di controllo e garanzia, qual è la Segreteria tecnico operativa dell’Ato 5, e non “pro domo sua” dal gestore.

Eppure, appena qualche anno fa, qualcosa del genere era già accaduto ed Acea Ato 5 aveva immediatamente restituito quanto dovuto agli utenti con la prima fatturazione emessa. Era infatti successo che, per un mero errore non imputabile al gestore, fosse stata applicata una tariffa più alta del 1% circa. Appena rilevato l’errore, Acea Ato 5 aveva restituito in bolletta le somme incassate in più, facendo la cosa più semplice e ovvia: ha preso i medesimi consumi (reali o stimati) con cui aveva fatturato in eccesso; ha ricalcolato l’esatto importo dovuto ed ha restituito le somme in eccedenza agli utenti. Chi non ha letto con attenzione la bolletta, neanche se ne è reso conto. Altri tempi e altri uomini al comando. Adesso invece vogliono farvi leggere il contatore…

Perché quella procedura che è stata impiegata appena qualche anno fa, non vale più adesso? Forse perché Acea, questa volta, vuole tenersi stretto il “tessorooo!”?

Cesidio Vano

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