Acea Ato 5, Er modello de’ Roma e l’inventiva ciociara


Da L’inchiesta Quotidiano del 21 giugno 2021 (vai)

Bilanci in perenne rosso, indicatori della qualità del servizio che lasciano a desiderare, perdite idriche da record additate a livello nazionale, reti colabrodo costruite mediamente 50 anni fa, tariffe tra le più alte d’Italia: la gestione del servizio idrico in Ciociaria è una vera e propria rogna. Ad Acea se ne sono accorti subito, davanti ai primi resoconti della gestione appena avviata, un paio d’anni dopo aver vinto la gara nel 2003.
Avemo preso ‘na sola da niente!” hanno sbottato ai piani “arti” del palazzone de piazzale Ostiense e subito “er gestore” ha iniziato a chiedere più “sordi”; a minacciare di andare via e di portare in tribunale “er piano d’ambito” messo a base di gara perché era “‘na truffa bella e bona!”.

Negli anni, Acea ha spedito in Ciociaria “er mejo d’er mejo” dei propri uomini per cercare di tenere a galla una società, come Acea Ato 5, che – conti alla mano – se non ci fosse stata dietro una holding con bilanci con nove cifre prima della virgola, sarebbe affondata – anzi si sarebbe inabissata – già da tempo.

Ne è passata d’acqua sotto i ponti (e pure dai tubi guasti e corrosi delle strade ciociare) ma “er busillis” della gestione nell’Ato5 non ha trovato né soluzione, né pace. Così, “quarche” decina de mesi fa, er novo papa (Leo) dell’acqua de Roma ha detto all’incirca: “Mo’ basta! ‘Sti ciociari m’hanno scocciato! ‘Sta storia deve da fini’!” E ha preso i migliori che gli erano rimasti e l’ha spediti a Frosinone a “raddrizza’” la situazione.
Ha preso “er meglio generale” – “er più”, si sarebbe detto ai tempi del Papa Re – e l’ha mandato a guidare le truppe d’occupazione: insomma ha fatto, né più né meno, quello che Giulio Cesare faceva con le province dell’impero quarant’anni prima “de Cristo”.

Er modello de Roma! Ce vo’ er modello del Roma, pure a Frosinone!” È stata la consegna pe’ tutti. E così, “er mejo” con le bollette, “er mejo” con le tubature, “er mejo” con la riscossione, “er mejo” con la gestione sono arrivati a meridione di quello che tant’anni fa era stato “er Ducato bizantino de Roma”.

E ‘nfatti! Maniche rimboccate e sotto a lavorare per mesi e mesi. Ed ecco che “er modello de Roma” è arrivato anche in Ciociaria. Ce ne siamo accorti già nei giorni scorsi quando, proprio “paro paro” come a Roma, a causa di una perdita idrica o fognaria, s’è aperta una voragine sulla strada che ha fatto sprofondare un’auto di passaggio: cose che fino ieri si vedevano solo nella Capitale!
Stessi metodi, stessi risultati. E’ successo ad Anagni. Voi direte: ma quelli so’ papalini, sono mezzi romani, già si sapeva. Sì, ma sono pure quelli che i papi l’han presi a schiaffi.

E così “er modello” funziona. O meglio, funziona così: perdite idriche eliminate con un po’ di aritmetica creativa; milioni e milioni di metri cubi d’acqua asseritamente ‘consumati’ tra sfiori, fontanelle pubbliche e autobotti – tanto da far pensare che tra poco circolerà più acqua potabile su gomma che nelle tubature -; sportelli pubblici aperti in pompa magna e smantellati qualche mese dopo; continue interruzioni del servizio per guasti improvvisi; turnazioni in un Comune su tre anche in pieno inverno (e chissà che succederà ora d’estate!); guasti all’acquedotto che s’asciugano al sole in attesa di una riparazione.

E davanti a tutta questa efficenza romana ecco che ci scappa il genio ciociaro: c’è una perdita idrica, ostica, dura a morire. Sta lì, da oltre 8 mesi, sulla strada regionale 627 della Vandra in territorio di Vicalvi, all’altezza dello svincolo per l’imbocco della strada a scorrimento veloce Cassino-Sora. I tecnici Acea ci passeranno 10 volte ogni giorno, ma nisba. Quella perdita – che sta facendo danni e danni al manto stradale continuamente rattoppato dal servizio manutenzione della Provincia – resiste! Ed ecco, allora che gli addetti alla manutenzione, stanchi di gettare ogni volta sacchi e sacchi di asfalto a presa rapida, hanno trovato la soluzione più efficace: hanno scavato un canale di scolo sull’asfalto che raccoglie l’acqua della perdita è la getta nel vicino fossato, agevolandone la fuga. La presenza del solco è stata evidenziata con l’apposizione di un cono stradale catarifrangente, per evitare che qualche incauto passante possa finirci dentro. Se non puoi batterli.. fatti furbo!
Cesidio Vano

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