Da L’Inchiesta Quotidiano del 21 settembre 2021
Scompaiono i dati delle turnazioni nei Comuni, mentre sulle perdite Acea Ato 5 continua a ‘truccare’ le tabelle. Nel frattempo, a settembre, in appena 20 giorni si sono registrati 15 guasti improvvisi sulle reti idriche che hanno lasciato a secco, per diverse ore, alcune decine di Comuni.
Oltre un Comune su tre resta senz’acqua la notte per diverse ore. Negli ultimi due anni Acea Ato 5 ha notevolmente aumentato le turnazioni, chiudendo l’acqua nelle ore notturne per rifornirla solo di primo mattino. Una condizione in cui oggi si trovano anche Comuni e popolosi quartieri dei centri maggiori che fino a qualche tempo fa non avevano mai avuto necessità di tali manovre. Una situazione che abbiamo segnalato più volte ed indice di una ingiustificabile incapacità di gestire il servizio garantendone la continuità. Fino a qualche giorno fa, se si voleva verificare quanti Comuni fossero sottoposti a turnazione, bastava andare sul sito internet del gestore e verificarne l’elenco e gli orari di chiusura per ogni serbatoio. Oggi non è più possibile farlo
, perché Acea ha deciso di oscurare quei dati e fornire solo le informazioni per singola area territoriale a richiesta, con una mappa interattiva, rendendo difficilissimo avere un quadro generale della situazione. Tra l’altro i dati sono incompleti e diversi Comuni in cui il servizio è sottoposto a turnazione non risultano tali dalla mappa. Il gestore continua così a mostrare una certa intolleranza per la trasparenza e l’informazione, come ha già fatto – ad esempio – con le relazioni che bocciano il bilancio 2020 redatte dai sindaci e dalla società di revisione contabile, mai pubblicate e il cui contenuto è stato reso noto solo da questo giornale. Quanti comuni sono senz’acqua la notte in provincia di Frosinone? Siamo arrivati a uno su due? Perché i dati non sono più pubblici? Quanto è inefficiente la gestione del servizio idrico, al di là di annunci e mandrakate?
Se sono stati oscurati dati sulle turnazioni (che per Acea meno si sa e meglio è), nei giorni scorsi, Acea Ato 5 ha invece pubblicato sul proprio sito internet, in bella vista, il bilancio di sostenibilità 2020. Cinquantuno pagine in cui si narra di incredibili risultati conseguiti nella gestione del servizio idrico integrato in provincia di Frosinone nell’anno della pandemia, che meglio non poteva farsi: investimenti, ricerca perdite, riparazioni, opere idriche, fognarie e chi più ne ha più ne metta. Un successone per il quale ci si sarebbe attesi annunci in pompa magna, ma anche invece il gestore fa passare sottovoce, quasi se ne vergognasse.
Tra i tanti eccellenti risultati che Acea Ato 5 ritiene di aver portato a casa, c’è l’asserita riduzione delle perdite idriche che secondo il gestore, nel 2020, sarebbero scese di oltre il 10% passando dal 76,2 al 68,4%. Una vicenda di cui ci siamo già occupati e che è esclusivamente il risultato di una manipolazione dei dati nella tabella di calcolo. Acea asserisce di aver diminuito le perdite perché ha cambiato i numeri nei fogli excel, niente di più! Ha ritenuto di aumentare, tra gli altri, di 11 volte la quantità d’acqua che rappresenta i volumi cosiddetti “autorizzati ma non fatturati e non misurati” che non vengono conteggiati come perdite. Si tratta, ad esempio, dell’acqua erogata dalle fontane comunali; di quella persa durante le riparazioni e i lavaggi; dell’acqua che trabocca dei serbatoi e partitori pieni; di quella fornita per l’antincendio o prelevata dalle autobotti. Secondo le regole Arera, per Ato 5 questi volumi dovrebbero essere stimati in circa 0,6 milioni di metri cubi all’anno (e così sono stati computati fino al 2019) ora la nuova e fantasiosa governance della società ha deciso – e senza spiegarne il motivo – di aumentarli a 6,8 milioni di metri cubi! Un quantitativo enorme (tre volte tutta l’acqua contenuta nel lago di Posta Fibreno per avere un paragone chiaro) che non si computa più come perdite. Ecco come sono state abbattute: non con piccone e pala per riparare le tubature, ma alterando una tabella! Senza questi giochetti matematici, le perdite sarebbero risultate – e tanto risultano – così elevate e gravi come quelle degli anni precedenti. E nessuno dice niente.
Nel frattempo, nonostante le sorti progressive e mirabili di cui Acea si fa nunzio, dal primo settembre ad oggi (venti giorni appena) si sono registrare oltre 15 interruzioni improvvise dell’erogazione idrica che hanno lasciato a secco diverse decine di Comuni. In pratica un guasto grave un giorno sì e l’altro pure, segno che le reti idriche sono allo sbando e necessitino di interventi risolutivi più che di cure palliative. Per capire la gravità della situazione si pensi che nello stesso periodo (1 – 20 settembre) nei 97 Comuni dell’Ato 2 di Roma le perdite improvvise sono state appena due! Ma questo il bilancio di sostenibilità di Acea non lo dice, e chissà fino a quando queste informazioni resteranno consultabili sul sito internet.
Ci ripetiamo, ma crediamo sia indispensabile, a questo punto, chiamali in causa: ma da Roma non hanno nulla da dire? La presidente di Acea Spa Michaela Castelli, l’Ad Giuseppe Gola, condividono questa linea di condotta e questo modo di gestire il servizio idrico integrato nella seconda provincia del Lazio con giochetti matematici, mandrakate e manovre con destrezza?
Cesidio Vano