Da La Provincia Quotidiano del 12 aprile 2018
di Cesidio Vano
Ci sono due modi per intendere la situazione in cui si è trovato il rieletto governatore del Lazio Nicola Zingaretti: il primo è convenire che il presidente non abbia una maggioranza avendo ottenuto, con le sue liste, solo 24 consiglieri su 50; il secondo è valutare che, in realtà, Zingaretti di maggioranze ne ha ben 26, una per ogni consigliere (d’opposizione) che a giuste condizioni potrebbe far convergere il proprio voto con quello della non-maggioranza uscita dalle urne.
E’ per questo che ieri, nell’aula della Pisana, Zingaretti ha voluto lanciare una sorta di ‘modello Lazio’ per governare con la crisi (sì, la definizione è rubata da Giulio Andreotti).
Il governatore, infatti, ha detto: «Non esiste una maggioranza. E’ una situazione che precedentemente non si era mai venuta a creare. Sarebbe stupido negarlo o non prenderne atto. E’ una grande sfida per me e per l’intero Consiglio che ci spinge a ricercare una strada diversa, impegnativa e faticosa, ma potenzialmente molto proficua. Dovremo tenere sempre vivo il confronto e trovare sempre una sintesi tra le diverse istanze rappresentate in Consiglio.
Ebbene, io credo che proprio dal dialogo e dal continuo esercizio della dialettica tra le forze politiche in quest’Aula possa generarsi una fase estremamente feconda per il Lazio, con azioni scelte e progetti utili alla nostra regione proprio perché condivisi.
Se vogliamo andare avanti, insomma, non ci sono scorciatoie. Non dobbiamo aver paura di avere le nostre idee, di rappresentarle, ma al tempo stesso tutti dobbiamo aver chiaro, a cominciare dal sottoscritto, di doverci predisporre all’ascolto delle idee degli altri e poi decidere».
Zingaretti ha quindi proposto ai consiglieri un’agenda di temi da affrontare insieme «alla luce del sole, in piena trasparenza, davanti ai cittadini e dentro quest’Aula».
Ha poi rivendicato quanto fatto nei 5 anni passati, a partire dal risanamento dei conti della sanità, passando per moltissimo altro.
Al Consiglio ha quindi proposto un decalogo aperta di questioni da discutere e condividere, iniziando a indicare i suoi punti (vedi altro articolo in pagina) ritenuti urgenti e fondamentali. Avvertendo, però, che se non ci saranno risposte e non ci saranno risultati, sarà lui stesso a mettere fine a un’esperienza infruttuosa. «Al Consiglio – ha detto Zingaretti – propongo oggi di mettere in campo uno sforzo per costruire, appunto, un’agenda, possibilmente condivisa, di temi da affrontare nelle Commissioni, una serie di missioni da affrontare su grandi riforme su cui impegnarci da subito. Io ce la metterò tutta e, al di là delle mozioni di sfiducia, se tra qualche mese dovessimo prendere atto di un immobilismo patologico dell’Aula, sarò io stesso a farmi garante nei confronti dei cittadini e dell’intero Consiglio e di promuovere lo scioglimento del Consiglio e l’indizione di nuove elezioni».
Zingaretti, insomma, ieri ha dettato le ‘condizioni’ per tenere in vita la nuova Legislatura e lo ha fatto forte del ruolo di unico vincitore della scorsa consultazione elettorale.
Il decalogo
Dieci questioni prioritarie per dimostrare che ha senso portare avanti questa XI Legislatura regionale.
Sono 10 le ‘missioni prioritarie’ che Zingaretti ha posto all’Aula invitando i gruppi a confrontarsi e trovare una sintesi.
Ecco l’agenda proposta dal governatore, sui cui le Commissioni sono chiamate a lavorare:
1) Bilancio subito ed eventuale collegato al bilancio prima della pausa estiva. Il Consiglio regionale ha approvato lo scorso 30 dicembre l’esercizio provvisorio del bilancio fino al 31 marzo 2018, ora si è in “gestione provvisoria” che è limitata all’assolvimento delle obbligazioni già assunte. Per questo e necessario varare subito il nuovo bilancio.
2) Piano sociale regionale. La bozza è ereditata dalla precedente legislatura e prevede la piena integrazione sociosanitaria.
3) Piano paesaggistico territoriale. Si tratta di uno strumento di pianificazione per la tutela e la valorizzazione del paesaggio del Lazio.
4) Testo unico del commercio. L’obbiettivo, ha detto Zingaretti, è quello di “semplificare la vita delle imprese, rilanciare la funzione degli esercizi di vicinato, dei mercati rionali, tutelare la dignità del lavoro, favorire la ristrutturazione della rete distributiva in modo da garantire migliori servizi ai consumatori».
5) Piano rifiuti: almeno il 70 per cento di raccolta differenziata. Un nuovo modello di gestione, in rapporto soprattutto con Roma capitale, basato sull’innovazione, sul riuso, riciclo e sulla riduzione della produzione dei rifiuti.
6) Riordino del sistema delle autonomie e della nuova Regione, rilancio di Roma capitale. Occorre mettere mano, valorizzando il ruolo dei comuni e rivedendo quello delle province.
7) Legge sul diritto alla conoscenza e riforma di Laziodisu. “Su questo punto fondamentale – ha detto Zingaretti – sull’agenda penso di poter dire che possiamo far tesoro dell’ottimo lavoro svolto nella scorsa consiliatura dalla Commissione che approfondì e cambiò in gran parte la legge sul diritto allo studio”.
8) Piano triennale del turismo 2018-20. Zingaretti ha ricordato i cinque temi della precedente programmazione triennale e ha proposto all’Aula di lanciare, come Consiglio regionale, gli stati generali del turismo.
9) Accelerare investimenti su infrastrutture e opere pubbliche.
10) Nuovo modello sanitario. Zingaretti ha ricordato i risultati raggiunti nel rientro dal disavanzo sanitario. Secondo il governatore del Lazio è necessario ripensare totalmente il modello “con una svolta incentrata sulla nuova sanità di territorio domiciliare e della telemedicina con un investimento sulle risorse umane e professionali”. .
Zingaretti ha infine affrontato il tema della rinascita dei territori colpiti dal sisma.