Acea. Risoluzione del contratto. Tutti lo sanno ma al gestore nessuno lo dice


Da La Provincia Quotidiano del 17 dicembre 2016

di Cesidio Vano
‘L’Aato darà formale comunicazione al gestore della dichiarata risoluzione che dovrà contenere le modalità e gli obblighi per il trasferimento del S.I.I.’. E’ questo quanto recita il secondo comma dell’articolo 34 della Convenzione di gestione del servizio idrico integrato tra Ambito territoriale ottimale di Frosinone e Acea Ato5 spa.
In sostanza, l’Ato5 deve comunicare al gestore non solo l’avvenuta revoca dell’appalto ma deve contestualmente indicare per quanto tempo ancora la società deve provvedere alla gestione e in che modo deve poi procedere a riconsegnare reti e impianti.

L’Ambito territoriale, nonostante i sindaci abbiano, come noto, approvato martedì scorso la risoluzione della convenzione, non ha ancora proceduto, nelle forme previste, a comunicare alcunché all’azienda che gestisce il servizio, tanto meno le modalità su tempi e modi della cessazione dell’appalto.

La nota potrebbe essere pronta lunedì mattina, ma non conterrà altro che la comunicazione della decisione presa dall’assemblea e sarà accompagnata dal testo deliberato, che nulla in più dice.

La dichiarazione di risoluzione contrattuale, insomma, potrebbe già partire zoppa e fornire ulteriore materia agli avvocati di Acea per impugnare il tutto al fine di ottenerne l’annullamento.

Del resto, la questione che non fosse sufficiente votare la risoluzione tout court ma che fosse necessario anche indicare tempi e modalità per la riconsegna delle reti era stata posta, proprio nel corso dell’assemblea di martedì, dal presidente Antonio Pompeo che aveva ricordato le previsioni e gli obblighi contrattuali. I sindaci, quelli del fronte anti-Acea, avevano però fatto spallucce e chiesto di votare e basta. Ora la vicenda diventa cruciale e la patata bollente è rimasta nelle mani del presidente che quella lettera deve, prima o poi, firmare. «Non ho nessuna intenzione di aggiungere termini temporali o dare indicazioni ad Acea che non siano state deliberate dai sindaci» precisa da parte sua Pompeo, che si attiene al testo licenziato dall’assemblea.

La questione, però, è fondamentale. A meno che non si voglia dolosamente mettere in campo atti ‘viziati’ per consentire al gestore di avere vita facile davanti agli organismi giurisdizionali. Cosa che in passato si è puntualmente verificata.

Insomma, questa risoluzione è cosa seria? o è l’ennesimo artificio messo in campo per avere un argomento (“abbiamo mandato via Acea”) da giocarsi nella prossima campagna elettorale di primavera per poi ritrovarsi, a urne chiuse e sentenze emesse, punto e a capo con tutti i provvedimenti annullati dai giudici?

Perché, fornire tempi e modalità dell’uscita di scena ad Acea, vuol dire anche un’altra cosa che implica grandissime responsabilità: l’Acea Ato5 non ha più continuità aziendale e tra 12 mesi deve chiudere. La Spa deve allora essere messa da subito in liquidazione, deve avviare la disdetta di tutti i contratti con i fornitori e con le ditte incaricate della manutenzione e dei lavori. Deve avviare le procedure di licenziamento per i propri dipendenti. Aspetti che non si può far finta non esistano. A meno che non si stia giocando un bluff (e lo si sappia benissimo).

Se si contesta ad Acea il mancato rispetto di norme contrattuali bisogna farlo nel rispetto del contratto, altrimenti anche questo giochetto (come quello delle tariffe annullate nel 2009) ci costerà qualche decina di milioni di euro in un futuro poi non troppo lontano.

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