Da La Provincia Quotidiano del 20 novembre 2016
di Cesidio Vano
E meno male che doveva essere un modo per far ragionare sindaci e Acea sulla questione idrica. L’iniziativa promossa dal presidente della Camera di commercio, Marcello Pigliacelli, presso il Multisala Sisto giovedì scorso, è stata un fallimento su tutta la linea dopo che lo stesso Pigliacelli ha usato le guardie giurate della struttura per far mettere alla porta i consiglieri comunali che dissentivano da quello che lui aveva deciso si dovesse fare. Non gli è riuscita con il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, ma l’immagine del primo cittadino del capoluogo accerchiato da due vigilantes per farlo scendere dal palco su ordine di Pigliacelli ha dato il colpo di grazia al ruolo di pacificatore che quest’ultimo si era auto-attribuito.
Lo hanno capito anche in Prefettura a Frosinone dove – al di là di quello che si dice oggi -, dopo aver acconsentito a moderare gli interventi spedendo a capo tavola il vice Ernesto Raio, sono corsi a precisare che quello era lì solo quale commissario del Comune di Pignataro e l’Ufficio di territoriale di Governo mai aveva condiviso l’iniziativa di Pigliacelli. La stalla è chiusa, ma le vacche sono scappate.
Da giovedì gira in città una battuta fulminante: “La Camera di Commercio è passata dalla tutela dell’olio di oliva dop a quella dell’olio di ricino per i sindaci!”. Un disastro, se molti imprenditori sono andati a esprimere solidarietà al primo cittadino significando quanto abbiano sullo stomaco le sortite di Pigliacelli.
Il presidente della Camera di Commercio l’ha fatta grossa, soprattutto quando ha minacciato il sindaco di Frosinone di gonfiarlo di botte se provava a riparlare di nuovo. Un metodo di conciliazione veramente…
innovativo.
Vale la pena allora chiedersi perché e su richiesta di chi Pigliacelli si sia messo avanti per organizzare un’iniziativa che – con il senno di poi – era orientata solo a convincere (quasi costringere verrebbe da scrivere, visto come è andata) i sindaci a non sostenere la linea della risoluzione del contratto con Acea Ato5. Anche perché – e lo abbiamo già scritto nei giorni scorsi – non è la prima volta che Pigliacelli interviene per indirizzare i sindaci nella scelta di questioni connesse con il servizio idrico: lo ha fatto anche nel 2014 quando bisognava decidere se applicare o meno il nuovo metodo tariffario e i relativi aumenti. Passò il sì.
Chi c’è dietro Pigliacelli? Gli indizi non mancano. Partiamo dalla posizione del Pd che non ritiene possibile mandare via Acea Ato5 e che ha visto da subito di buon occhio l’operazione imbastita da Pigliacelli, dopo che forse gli era stata appositamente commissionata. Pigliacelli è in cerca di un porto dove approdare quando scadrà il mandato elettivo alla Camera di Commercio e il Partito democratico ha già acceso un faro per il suo naviglio. Non a caso, subito dopo aver lanciato la proposta per l’incontro sindaci-Acea, Pigliacelli ha anche dichiarato la sua simpatia per Nicola Zingaretti, presidente Pd della Regione Lazio, auspicando una futura riconferma alla guida del Lazio.
Il Pd è rimasto muto dopo le vicende del Multisala Sisto: nemmeno quel ‘ti gonfio’ rivolto al sindaco del capoluogo ha raccolto censure o prese di posizione. Forse nel Pd qualcuno ha anche sperato che succedesse, per vendicare quando a gonfiare il Pd, elettoralmente però, era stato Ottaviani.
Una voce dalla parte dei democratici si è levata, è vero: è stata quella dell’assessore regionale Mauro Buschini che però ha parlato solo per difendere Pigliacelli dopo che era stato chiesto il commissariamento della Camera di Commercio a seguito dello show con i vigilanti al Sisto. Il Pd, dunque – se dubbio c’era – sta chiaramente dalla parte di Pigliacelli e Pigliacelli sta dalla parte del Pd. E ieri ne ha dato nuova conferma partecipando alla presentazione del candidato sindaco dei democratici nel capoluogo.
Pigliacelli cerca un posto al sole, ora ce ne è certezza, e lo cerca dalle parti del Pd, in vista delle prossime elezioni, meglio se regionali.