Da La Provincia Quotidiano del 2 settembre 2016
di Cesidio Vano
E’ difficile prevedere quello che faranno oggi i sindaci dell’Ato5 chiamati a decidere dello schema regolatorio per il servizio idrico relativamente agli anni dal 2016 al 2019. La Conferenza dei sindaci deve approvare l’aggiornamento del piano degli investimenti e del piano economico finanziario e quindi stabilire le nuove tariffe idriche da applicare per il quadriennio 2016-2019.
Lo scorso 29 luglio, riuniti per la stessa incombenza, i sindaci non sono riusciti a trovare una maggioranza capace di approvare alcunché. Oggi ci riprovano pur rimanendo le posizioni in campo pressoché le medesime.
Tranquilli, c’è tempo
Se anche oggi, la Conferenza finirà con un nulla di fatto, molto probabilmente nel giro di pochi giorni l’Autorità di vigilanza del settore, l’Aeegsi, diffiderà formalmente i sindaci a provvedere e ci saranno allora altri 30 giorni di tempo. Insomma, la vicenda può essere trascinata avanti ancora per oltre un mesetto.
La proposta di Acea
Lo schema regolatorio per il 2016-2019 doveva essere predisposto entro lo scorso 30 aprile. Non si è fatto. Davanti all’inadempienza dell’ente d’ambito, il gestore del servizio, Acea Ato5, ha provveduto – come prevede la normativa – a predisporre gli atti necessari comunicandoli anche all’Aeegsi, alla quale unica spetta l’approvazione definitiva di piani e tariffe.
I conti di Acea dicono che per far arrivare l’acqua in casa dei ciociari e realizzare gli investimenti previsti (circa 86 milioni in 4 anni) serve ricavare dalle bollette circa 83 milioni di euro all’anno per il prossimo quadriennio. La tariffa idrica quindi va aumentata ogni anno del massimo consentito (8%) che però non permetterà di coprire tutti i costi e quindi, a fine periodo, si genereranno dei conguagli a vantaggio del gestore che Acea stima in 79 milioni di euro (da recuperare dopo il 2020).
Aumento dell’8%.Ma stiamo già pagando il 9…
Rispetto al 2015 la tariffa dovrebbe aumentare dell’8% nel 2016; del 16% nel 2017; del 26% nel 2018 e del 36% nel 2019. Ma non va dimenticato che per l’anno in corso (2016) stiamo già pagando un aumento ‘provvisorio’ (in attesa proprio delle decisioni dei sindaci) stabilito, ad inizio anno, dall’Aeegsi pari al 9%. Quindi, per assurdo, le nuove tariffe proposte, se approvare, comporterebbero – relativamente al solo 2016 – un conguaglio, a fine anno, a favore degli utenti e relativo a quell’1% di aumento rispetto al 2015 pagato finora in più.
La proposta della Sto
L’Ato – il cui ulteriore silenzio farebbe approvare dall’Aeegsi la proposta di Acea – ha cercato quindi di correre ai ripari con una ‘contro-proposta’ che punta essenzialmente a ‘tagliare’ (ma solo per il momento e in attesa di approfondimenti) parte dei costi messi sul piatto da Acea. La proposta formulata dalla segreteria tecnico operativa dell’Ambito prevede l’incremento massimo (8% annuo) della tariffa idrica ma alla fine un conguaglio stimato di soli 34 milioni di euro.
I sindaci pensano alla politica
I sindaci più che dal punto di vista tecnico – dal quale pochissimi riescono a porsi – stanno affrontando la questione – come sempre del resto – dal punto di vista politico.
Forza Italia, che governa a Frosinone, Comune che il prossimo anno tornerà al voto, punta tutto sulla proposta già confezionata dal sindaco del capoluogo Nicola Ottaviani, secondo la quale – visto che è in corso la procedura di risoluzione del contratto con Acea per contestate gravi inadempienze – non si procede per il momento a predisporre alcun aggiornamento tariffario e si rimanda tutto al prossimo anno.
Il Partito democratico, che guida – con il presidente Antonio Pompeo – l’Ato5, l’ultima volta si è praticamente spaccato in due tra chi ha sostenuto la proposta della Sto – tecnicamente inappuntabile – e chi ha sposato la linea alternativa – e fuori da ogni metodo indicato dalla normativa – di legare l’aumento tariffario alla percentuale di investimenti effettivamente realizzata dal gestore. Il centro sinistra sarà in grado oggi di ritrovare l’unità e la maggioranza dell’assemblea?