«Bruceremo le bollette di Acea sotto la Prefettura». Il Comitato Provinciale Acqua Pubblica Frosinone annuncia proteste eclatanti


Da La Provincia Quotidiano del 17 maggio 2016

di Cesidio Vano
Sulla vicenda del maxiconguaglio da 75 milioni di euro a favore di Acea Ato5 confermato nei giorni scorsi con una sentenza del Consiglio di Stato è intervenuto ieri il Comitato Provinciale Acqua Pubblica Frosinone con una lunghissima nota.
Il Comitato inizia con il ritenere senza senso la «risonanza che sui media locali» ha avuto la sentenza del Consiglio di Stato. Ritenendola, invece, «strumentale agli interessi di un gestore, Acea Ato 5 Spa che non ha mai tenuto fede ai propri obblighi contrattuali».
«Il Consiglio di Stato – si afferma – ha solo ribadito che la colpa per quanto avvenuto dal 2010 al 2013 è della ricorrente, cioè di quell’Autorità d’Ambito e di quei sindaci che in quattro anni non sono stati capaci di stabilire le giuste tariffe per l’effettivo servizio offerto da Acea Ato 5 S.p.A».
A dispetto di tutte le sentenze, però, dal Comitato provinciale sostengono che i 75 milioni di euro, frutto del calcolo a posteriori, non sarebbero il frutto dell ‘giuste’ tariffe. E ripropongono tutte le loro valutazioni che ormai, ad ogni modo, dopo la pronuncia dell’ultimo grado amministrativo, lasciano un po’ il tempo che trovano.
Quello che i sindaci non hanno voluto fare, lo ha fatto il commissario ad acta. Se lo si sapeva fare meglio era il caso di farlo prima, piuttosto che contestarlo dopo.
Il Comitato rimprovera ai sindaci che il non aver mai contestato, secondo la procedura e non a ‘cavolo’, le continue inadempienze del gestore ha fatto sì che ad Acea non potesse non essere riconosciuto alla fine un pieno indennizzo. Ma dal Comitato si dicono convinti che le colpe dei primi cittadini non debbono ricadere sui ‘secondi’ cittadini.
«Il Comitato provinciale Acqua Pubblica – si legge nel comunicato -, a differenza delle associazioni dei consumatori e delle organizzazioni sindacali che nella seconda metà del 2014 si sono improvvisamente accorte dell’emergenza “bollette Acea” non si è mai sognato di contestare la legittimità “legale” del conguaglio 2006/2011. Quello che il Comitato ha sempre contestato, unitamente alle altre innumerevoli ragioni di lagnanza, è l’impossibilità di Acea Ato 5 S.p.A. di richiedere le somme pregresse nel rispetto delle condizioni di legge e delle regole stabilite dalla stessa Autorità.
La sentenza del Consiglio di Stato – affermano sul punto – non incide pertanto sulla vertenza che contrappone i cittadini al gestore privato». E qui se la prendono con i mezzi di informazione che – secondo loro – spingono per la legittimazione delle pretese del gestore.
Vabbè.
Il chilometrico comunicato stampa prosegue poi con un’invettiva contro il decreto Madia con cui sta per essere varato il Testo Unico dei Servizi Pubblici Locali a rilevanza economico generale «con cui – si avverte -, non solo l’acqua, ma tutti i servizi, dai rifiuti ai trasporti, saranno ceduti ai privati negli stessi termini con cui sul nostro territorio l’acqua è stata data ad Acea. Con il decreto Madia cesseremo di essere cittadini portatori di diritti per essere ridotti a servi nelle mani dei signori cui pagare la decima per poter accede all’acqua e a qualunque servizio.
Quello di cui si devono preoccupare i cittadini è un Parlamento che ubbidisce ai dictat del governo stravolgendo la legge di iniziativa popolare con cui, 2007, 406.000 cittadini stabilivano la gestione pubblica dell’acqua.
Quello di cui si devono preoccupare i cittadini è di un governo che spudoratamente cancella in un colpo solo la volontà di 26.400.000 cittadini che nel 2011 hanno espresso la loro volontà sovrana con i referendum. Quello di cui si devono preoccupare i cittadini è di una giunta regionale Zingaretti che si genuflette agli interessi di ACEA S.p.A. ed ai voleri del governo nazionale, tradendo la propria legge regionale n. 5/2014, approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale». Ecco, c’avessero letto di più, avrebbero capito quale ‘sòla’ era quella legge.
Poi l’annuncio: «Cominceremo a fine maggio, chiamando a raccolta tutti coloro che non ci stanno e sotto la Prefettura alimenteremo un grande falò con le fatture di Acea, perché il colore ed il calore della nostra rabbia e della nostra determinazione arrivi sino a Roma».

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