Da La Provincia Quotidiano del 18 febbraio
Se oggi si è giunti alla discussione in Conferenza dei sindaci dell’Ato5 dell’avvio dell’iter per la risoluzione del contratto con Acea, lo si deve essenzialmente all’iniziativa partita dal sindaco di Ceccano, Roberto Caligiore, che il 15 dicembre scorso ha riunito nella sua città alcuni colleghi e alcuni esponenti dei comitati per l’acqua pubblica, dando vita allo zoccolo duro dei sindaci anti-Acea. Un’iniziativa che, se nell’immediatezza poteva sembrar essere destinata all’insuccesso, ha dato presto a tutti motivo di ricredersi, per numero di adesioni e sostegno popolare, tanto che anche chi – da sindaco o da amministratore – era sempre apparso incapace di mettere in dubbio la presenza del gestore idrico in Ciociaria, si è poi schierato, se non al fianco di Caligiore, parallelamente ad esso, dando vita ad iniziative simili ma che si sono essenzialmente accodate a quella di Ceccano: da Ottaviani a Pompeo per fare due nomi che non ti aspetti.
«Le riunioni e gli incontri che abbiamo avuto in questi due mesi – ha detto ieri Caligiore -, hanno permesso ai Sindaci del nostro gruppo di dimostrare quanto hanno a cuore le istanze dei propri cittadini, ma anche di rafforzare il nostro sodalizio che oggi sarà fortemente coeso e determinato nell’affrontare l’unica possibilità che ha adesso il nostro territorio per liberarsi, senza se e senza ma, del pesante fardello che in questi anni Acea ha dimostrato di essere. Per arrivare a questo obiettivo lanciamo ora un appello anche agli altri nostri colleghi che nei loro Comuni, o per motivi logistici, o per altre loro ragioni, sinora non hanno potuto prendere posizione – dice il sindaco di Ceccano -. Senza preclusioni politiche e partitiche, è arrivato il momento di farlo e di affiancarci, sostenendo nell’Assemblea dei Sindaci questa battaglia che, non è solo la nostra, ma di tutte le persone che vivono sul nostro territorio che nei Comuni ricadenti nell’ambito idrico affidato all’attuale gestore, spesso sono state vittima anche di comportamenti deprecabili e incomprensibili». [CV]