“E’ il momento di Acea 2.0. Ecco i vantaggi della fusione societaria tra Acea Ato2 e Acea Ato5”


PAG_5_FRDa La Provincia Quotidiano del 13 febbraio 2016

di Cesidio Vano
«La fusione porterà solo vantaggi per l’azienda che si riorganizzerà e irrobustirà, e per gli utenti che avranno un servizio migliore, a costi minori e fornito da un soggetto molto più solido».
Ranieri Mamalchi, presidente di Acea Ato5 spa, si è voluto impegnare ieri in un’opera che – a ricordare cosa hanno detto i sindaci della Consulta d’ambito solo qualche giorno fa – sembra una delle fatiche di Ercole: sostenere che l’incorporamento della società che gestisce il servizio idrico in Ciociaria (Acea Ato5 spa) in quella che svolge il medesimo lavoro su Roma e provincia (Acea Ato2 spa) abbia solo vantaggi e non comporti alcuna ricaduta negativa nell’ambito territoriale ottimale di Frosinone.

La fusione
«La fusione – insiste Mamalchi – è una questione interna dell’azienda. Gli utenti non si accorgeranno neanche del cambiamento, se non per il logo aziendale. Non comprendo i timori dei sindaci: qui ci sono due aziende entrambe controllate al 98% da Acea Spa che si fondono. Acea Spa erano prima, Acea Spa saranno dopo. Per questo non cambierà nulla».
A sostenere il presidente Mamalchi c’è, al suo fianco, il direttore esercizio di Acea Ato2, Alessandro Zanobini ed a sostegno delle loro ragioni una serie di dati: quanto finora fatto dal gestore in provincia di Frosinone, quanto in procinto di fare e quanto di buono si otterrà con la riorganizzazione societaria grazie alla ‘digitalizzazione del servizio” ovvero il progetto ‘Acea 2.0’ che ammodernerebbe la gestione idrica in tutto il comparto di Roma e Frosinone.

Rivoluzione digitale
Acea, infatti, «sta rivoluzionando il proprio modo di lavorare e di offrire servizi attraverso una massiccia iniezione di tecnologie digitali» che interesserà non sol il comparto idrico, ma anche quello elettrico e impiantistico gestito dalla multiutility romana, la più grande d’Europa con 8 milioni di clienti e 7.000 dipendenti. Così spiega una brochure che sintetizza anche i vantaggi che l’azienda prevede di ottenere dall’operazione “duepuntozero”: l’aumento della produttività, maggiore sicurezza per i dipendenti, il miglioramento della qualità del servizio, maggiore controllo e trasparenza sia interni che esterni, maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale, diventare “best in class” in Italia – dove Acea già lo è – e in Europa. Perché la finalità ultima di Acea, società quotata in borsa e controllata al 51% dal Comune di Roma, è proprio quella di incrementare la qualità dei servizi per attrarre l’attenzione del mercato e quindi gli investimenti. Questo deve fare una società per azioni.
Mamalchi prova a spiegarsi con un esempio: «Oggi, per fronteggiare l’intervento su un guasto, la pratica fa sette passaggi: arriva la segnalazione e viene inserita nel sistema, viene stampato l’ordine di lavoro e consegnato alla prima squadra manutenzione disponibile, la squadra si deve spostare verso il luogo del guasto, fatta la riparazione va riferito su carta, si rientra alla sede operativa, viene riconsegnato l’ordine lavorato, i dati del lavoro svolto vanno reinseriti nel sistema. Con Acea 2.0 le operazioni scendono a tre: la ricezione della segnalazione viene immediatamente inserita in sistema che avvisa la squadra più prossima al luogo di intervento, a lavoro effettuato, sempre tramite un tablet, viene riferito dell’attività svolta direttamente sul sistema». Scendono i tempi di intervento, il consumo del carburante, di carta, c’è un monitoraggio costante e in tempo reale.

Un gestore più robusto e affidabile
Ma non solo: l’incorporamento di Acea Ato5 in Acea Ato2 vedrebbe operare in Ciociaria una società, il gestore romano, che nel 2015 ha fatto investimenti per 170 milioni di euro (50 per abitante) e per il 2016 ha in programma di investire altri 190 milioni. L’azienda è sicura che così si garantiranno efficienza nei processi, riduzione dei costi operativi, rivoluzione digitale (di cui si è già detto) e – a lungo termine – riduzione delle tariffe idriche a fronte di una maggiore efficienza.

Il lavoro fatto in Ciociaria
Mamalchi e Zanobini snocciolano anche i dati di quanto fatto dall’Acea Ato5, che nel 2015 ha visto incrementare del 9% il numero dei dipendenti: «In otto mesi dall’approvazione del piano investimenti da 62 milioni di euro, sulla rete idrica si sono ampliati o sostituiti 55 chilometri di tubi (ne erano previsti 29); gli interventi più rilevanti hanno interessato 22 comuni; in tutto sono stati 39 gli interventi. Si è intervenuto su 8,3 chilometri di rete fognaria in 13 comuni con 17 interventi complessivi; sul versante depurazione, si è realizzato il depuratore ad Acquafondata e adeguato quello di Castelliri, oltre ad aver avviato l’iter per 22 altri impianti (nuovi o adeguamenti)».
Nel 2015 sono stati effettuati investimenti per 17,5 milioni di euro: quasi il doppio del 2014 (9,2 milioni) e del 2013 (9,5 milioni). Inoltre, il gestore ha versato ai comuni a titolo di canone concessorio 9,8 milioni nel 2015.

Il lavoro da fare
Per il 2016 e 2017, il piano di investimenti prevede altri 210 interventi sulla rete idrica in 63 comuni; 47 interventi in 41 comuni per la rete fognaria e 2 interventi (a San Giorgio a Liri e Vallerotonda) per i depuratori.
Per le manutenzioni ordinaria e straordinaria di reti e impianti è stata svolta una gara da 50 milioni di euro che è risultata assegnata ad un raggruppamento temporaneo di imprese con capogruppo il Consorzio Cooperative Costruzioni (CCC) con associate le ditte Edilmassimo srl, Gruppo Zeppieri, Costruzioni srl.

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