Da La Provincia Quotidiano del 17 gennaio 2016
di Cesidio Vano
Il chiarimento è arrivato venerdì: il ‘Programma di edilizia economica e popolare’, Peep, del comune di Frosinone è annullato con effetto verso tutti.
A spazzare via ogni dubbio o possibile interpretazione alternativa è stato lo stesso Tar del Lazio che negli anni scorsi, nel 2012 e poi nel 2015, aveva annullato le varie delibere con cui il piano per l’edilizia popolare era stato prima approvato e poi modificato ed esteso. La prima approvazione c’era stata nel 2005, durante la Consiliatura guidata dal sindaco Domenico Marzi, successivamente nel 2009, con un ‘Piano di assetto’ quando era sindaco Michele Marini, lo strumento urbanistico era stato rivisitato.
Per il Tar di Latina, però, il procedimento di redazione del Peep era irregolare e viziato fin dall’origine. Tra l’altro, i giudici rilevano come il ‘Piano di assetto’ sia uno strumento sconosciuto alla normativa vigente.
A ricorrere al Tar sono stati alcuni cittadini che si erano visti espropriati di terreni interessati dalle lottizzazioni per costruire case popolari e ad edilizia convenzionata (vedi altro articolo in alto).
Lo scorso anno, non sapendo come comportarsi, il Comune – benché in attesa della pronuncia di appello – aveva chiesto al Tar di chiarire il senso delle proprie sentenze, comunque esecutive: si applicano solo tra le parti in causa o valgono ‘erga omnes’, cioè per tutti? Ed il Tar ha chiarito: per costante giurisprudenza gli atti di indirizzo o programmazione generale, quando sono infrazionabili, non possono esistere solo per alcuni e non per altri.
La conseguenza più immediata è che oggi i terreni ricadenti nelle zone destinate all’edilizia popolare e convenzionata tornano nella disponibilità dei proprietari che però si ritrovano in possesso di aree edificabili sulla carta ma non nei fatti, mancando il piano che ne disciplina la destinazione.
La beffa maggiore è per i costruttori: quelli che avevano intenzione di lottizzare e costruire e stavano per farlo sono rimasti con un pugno di mosche e c’è anche da vedere se non ci siano danni da risarcire; quelli che, invece, hanno già lottizzato e costruito per ora possono tirare un sospiro di sollievo.
Solo per ora, però. Perché gli uffici comunali starebbero già valutando un altro aspetto poco chiaro legato al pasticcio – ora si può dire – del piano Peep: l’esiguità degli oneri e delle somme versate al Comune per ogni metrocubo costruito.
Infatti – ma la cosa era già emersa in passato – a fronte di tariffe normalmente prossime ai 50 euro a mc, il comune di Frosinone ne ha incassate per soli 7 euro a mc, con una differenza di entrate che, già limitatamente ad alcune delle più grandi lottizzazioni realizzate, farebbe ammontare ad una decina di milioni di euro la cifra che manca nelle casse dall’ente.
Il Comune sarebbe intenzionato a recuperare queste somme e starebbe studiando tramite quale strumento amministrativo o giudiziario procedere, anche se – va aggiunto – per molte di quelle cifre potrebbe essere ormai scattata la prescrizione.