Da La Provincia Quotidiano dell’11 gennaio 2016
di Cesidio Vano
Ci sono 800 mila euro stanziati nel bilancio regionale appena approvato ed iscritti al capitolo “‘Interventi in favore delle famiglie” ma in Regione si litiga su quale sia la ‘famiglia’ a cui si riferisce lo stanziamento: quella naturale formata da un uomo e donna o quella allargata, moderna ed ancora tutta da definire?
Il problema si pone poiché il Lazio ha un legge, la n.32 del 2001, voluta dall’allora governatore Francesco Storace, che riconosce la famiglia “come società naturale fondata sul matrimonio e istituzione privilegiata per la nascita, la cura e l’educazione dei figli, per l’assistenza ai suoi componenti e per la solidarietà tra le generazioni” e solo verso questa prevede la possibilità di interventi.
Un limite che non piace affatto al centrosinistra oggi al governo della regione e per questo la consigliera di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia e Libertà, Marta Bonafoni, si è sentita in dovere di chiarire che «quel finanziamento di 800 mila euro, come dice appunto la legge di bilancio, andrà ad alimentare una serie di politiche presenti nella legislazione del Lazio e dirette al sostegno delle famiglie della nostra Regione. Nessun finanziamento diretto – prosegue la nota – è invece previsto per la legge 32 del 2001, la cosiddetta ‘legge Storace sulla famiglia’, a suo tempo bollata come discriminatoria anche da parte di autorevoli esponenti dell’allora maggioranza di destra, come l’on. Alessandra Mussolini. Un emendamento in questo senso era stato in effetti presentato dalla consigliera Olimpia Tarzia (Lista Storace), poi costretta al ritiro».
La stessa consigliera auspica che la legge 32 possa essere rifinanziata a patto però «che non ci sia alcuna discriminazione.
Non esistono nel Lazio, come in nessun altro luogo, famiglie di serie A e famiglie di serie B. Nessun dibattito strumentalmente ideologico ci distanzierà dal dettato costituzionale, che ci indica come strada maestra quella dei diritti e dell’uguaglianza» conclude la Bonafoni.
Anche Riccardo Agostini, consigliere regionale del Partito Democratico dice la sua: «Supportare le famiglie in difficoltà è un dovere di ogni amministrazione pubblica che si rispetti, senza discriminazioni o classificazioni di sorta. Certe battaglie di retroguardia invece, tese a mettere infantili e inutili, oltrechè inesistenti, bandierine su pezzi di un documento importante come il bilancio regionale, sono residui di anni ‘50 che non appassionano più neanche gli elettori di destra, in una società che per fortuna si è evoluta. Bene ha fatto, dunque, la consigliera Bonafoni a precisare l’evidenza, che evidentemente per qualcuno evidenza non è: questa amministrazione non fa classificazioni di nessun tipo, e aiuta le famiglie in difficoltà. Tutte, nessuna esclusa».
Nel dibattito ha preso posizione anche il capogruppo di Forza Italia in Regione, Antonello Aurigemma: «Onestamente non comprendiamo il comunicato della consigliera Bonafoni, nel quale parla di finanziamenti al sostegno delle famiglie, specificando che questo non avverrebbe con la legge 32 del 2001 ma con il capitolo ‘interventi a favore delle famiglie’. Con tutta sincerità, a noi interessa molto poco da quale legge si prendano i fondi. La priorità e la cosa importante è aiutare le famiglie in difficoltà e stabilire un concetto base, ossia che per noi la famiglia è composta da un padre e una madre.
Non esistono altri surrogati o alchimie politiche che possano modificare questo naturale principio che è il fulcro della nostra collettività. Premesso che non abbiamo alcuna discriminazione nei confronti di qualsiasi altro tipo di unione, visto che ognuno è libero di vivere come ritiene opportuno e per questo va rispettato, allo stesso tempo pensiamo che vadano supportate e aiutate soltanto le famiglie classiche».