Da La Provincia Quotidiano del 16 novembre 2015
di Cesidio Vano
Due casi registrati nel 2014 e tre nel 2013. La provincia di Frosinone appare anche quest’anno nel rapporto “Avviso pubblico” che fa il punto sugli episodi di minacce agli amministratori locali.
Nell’indagine sono ricompresi infatti gli episodi di Supino con le minacce di morte rivolte al sindaco e di San Giovanni Incarico dove biglietti di minaccia sono stati indirizzati all’assessore alla Cultura.
Lo studio
Lo studio è stato presentato lo scorso 13 novembre a Napoli, presso il Complesso Monumentale di Santa Maria La Nova, nel corso della festa nazionale dell’associazione ‘Avviso Pubblico’, la rete di più di 300 enti locali impegnati in attività di formazione civile contro le mafie.
L’associazione ha fatto parte anche della commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni agli amministratori, nata nel 2013 e che ha concluso i suoi lavori nel maggio scorso con alcune amare constatazioni: «Nel maggior numero dei casi – si legge nella relazione finale del presidente della commissione, il senatore Doris Lo Moro – non vengono individuati i responsabili e le intimidazioni rimangono impunite».
I casi di minacce ad amministratori locali, registratisi nel solo 2014 in tutta Italia sono stati ben 361.
La situazione nel Lazio
Nel 2014, il Lazio ha fatto registrare un incremento dell’87% degli atti di intimidazione e di minaccia nei confronti degli amministratori locali, situandosi al quarto posto della classifica nazionale e vedendo interessati 11 Comuni.
La provincia maggiormente colpita – spiega il rapporto – è stata quella di Roma, passata dai 6 casi del 2013 ai 19 dello scorso anno, seguita da quella di Latina (6 casi), Frosinone (2 casi) e Viterbo (1 caso).
Nei sei comuni della provincia di Roma in cui gli amministratori locali sono stati minacciati, ancora una volta le maggiori criticità si registrano ad Ardea, dove sono state bruciate le auto del Sindaco, di un assessore e di un consigliere comunale e dove si è registrato un tentato omicidio mediante investimento con auto nei confronti del consigliere comunale, Luca Fanco. Un’altra situazione che merita di essere richiamata, in particolare considerato quanto emerso dall’inchiesta “Mafia Capitale”, è quella di Ostia dove sono stati incendiati gli uffici tecnici del Municipio contenenti faldoni di documenti riguardanti anche le concessioni delle spiagge comunali.
Lettere con minacce, incendi di auto, di uffici pubblici e di una discarica comunale (a Colleferro) e aggressioni – com’è avvenuto, ad esempio, nei confronti del Sindaco di Ladispoli e di un agente di Polizia municipale impegnato nel controllo di un bene sequestrato ad Ostia – sono state le principali forme di intimidazione registrate nel Lazio.
In questa regione, sono stati minacciati il Governatore, Nicola Zingaretti, e il Presidente del Consiglio regionale, Daniele Leodori, nonché il Sindaco e l’intera giunta del Comune di S. Felice sul Circeo.
Una situazione di particolare criticità si è riscontrata nel Comune di Cellere, in provincia di Viterbo, dove si sono verificati atti intimidatori nei confronti del Sindaco e di consiglieri comunali.
Gli episodi in Ciociaria
Nel 2014 sono stati due i casi di minacce ad amministratori comunali registratisi in provincia di Frosinone: uno a San Giovanni Incarico e l’altro a Supino.
Il primo caso si è verificato il 23 gennaio 2014
a San Giovanni Incarico dove alcuni biglietti contenenti minacce di morte sono stati inviati all’assessore alla Cultura, Paolo Fallone.
Il secondo caso, invece, si è registrato a Supino dove il 25 settembre 2014 sulle strisce pedonali di via La Quercia, con dello spray nero, fu tracciata la scritta: “Il Sindaco deve morire”. La minaccia era rivolta al primo cittadino Alessandro Foglietta.
Così era andata nel 2013
Nell’anno precedente a quello oggetto del rapporto 2015, cioè il 2013, erano stati invece tre gli episodi registrati dal rapporto ‘Avviso pubblico’: Il primo era avvenuto il 29 aprile a Frosinone dove due messaggi sono sttai inviati per email ad alcuni membri della giunta comunale. Nel testo si faceva riferimento “alla possibilità dell’utilizzo delle armi così come avvenuto a Roma dinanzi a Montecitorio” (il riferimento era al gesto di Luigi Preiti, 49 anni, che davanti al Parlamento aveva esploso compi di pistola contro due carabinieri ferendoli gravemente, nda).
Il secondo episodio si era verificato l’8 agosto a Pontecorvo dove nel corso della notte era stato dato fuoco all’auto del responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Pastena, l’architetto Rolando Marchetti, parcheggiata nel giardino della sua abitazione.
Il terzo episodio era accaduto invece a Cassino, dove nella notte del 6 dicembre ignoti erano entrati alcuni uffici del municipio, in particolare nelle stanze dell’Anagrafe, dei Servizi sociali e della Pubblica Istruzione, danneggiando porte e finestre e rovistando archivi e carte. Era stato rinvenuto anche un biglietto con minacce ai dipendenti dei Servizi sociali.
Nel Lazio, nel 2013 è sempre Roma, con 6 casi, la provincia del Lazio con il maggior numero di atti intimidatori.
Una situazione di particolare gravità si è registrata nel Comune di Ardea, dove sono state incendiate le auto del Sindaco e di due consiglieri. In provincia di Roma, gravi episodi ci sono stati a Colleferro e di Castelgandolfo.
Nella provincia di Latina sono stati presi di mira alcuni amministratori del Comune di Aprilia: incendio di auto e lettere con proiettili.