Da La Provincia Quotidiano del 22 ottobre 2015
di Cesidio Vano
Con il via libera al bilancio di previsione 2015 torna la tassa sui passi carrabili che produrrà un gettito stimato in 3.345.000 euro da qui al 2017. Poco più di 1,1 milioni di euro all’anno di entrate extratributarie a cui in precedenza l’ente aveva rinunciato stoppando i pagamenti nel 2010.
Il balzello, più correttamente, è chiamato “Canone per concessione spazi e aree pubbliche” (Cosap) e va pagato all’amministrazione provinciale quando si occupa una porzione di territorio di proprietà di quell’ente cosa che accade quasi sempre in presenza di sbocchi da proprietà private o fondi sulle strade provinciali; sbocchi o meglio passi carrabili – appunto – realizzati con manufatti (quindi non a raso) che ingombrano l’area pubblica.
Come si ricorderà il canone era stato sospeso nel 2010 dalla giunta provinciale guidata da Antonello Iannarilli e non più applicato.
Nel 2011 era stato approvato un nuovo regolamento che esentava definitivamente i passi carrabili per l’accesso ad abitazioni civili e fondi agricoli.
Nei fatti il canone era limitato a passi carrabili inerenti le sole attività commerciali e produttive.
Nel 2013 però – per far quadrare i bilanci sempre più asfittici a causa di tagli ai trasferimenti delle province – il commissario straordinario Giuseppe Patrizi aveva azzerato le esenzioni introdotte nel 2011, ripristinando per tutti il balzello. Benché per il 2013 il canone fosse quindi di nuovo dovuto, la riscossione dello stesso venne nuovamente sospesa dallo commissario straordinario che ne ha rinviato l’esazione al 2018.
Già subito dopo il suo insediamento, ad ogni modo, il nuovo presidente della Provincia Antonio Pompeo ha annunciato la necessità di ripristinare il Cosap evidenziando che tale tributo è previsto da una legge nazionale e che comunque le difficoltà economiche e di bilancio in cui sono state ridotte le province richiedevano e richiedono di azionare tale leva fiscale.
Inoltre, il presidente Pompeo ha anche evidenziato la necessità di recuperare l’incasso delle annualità pregresse, dal 2010 al 2014, poiché, nei fatti, la riscossione del Cosap era stata solo sospesa, senza che il canone fosse ‘abolito’. E l’ente non può rischiare in incappare in responsabilità contabili per il mancato incasso di somme dovute.
Ad ogni modo per il 2015 il canone va pagato. Il relativo gettito è stato previsto nel bilancio di previsione appena provato e l’incasso previsto è di 1.115.000 euro. La stessa somma è stimata nelle entrate del documento contabile pluriennale sia per il 2016 che per il 2017.
Al riguardo del Cosap nella relazione dei revisori dei conti è evidenziato che il gettito di 1,1 milioni di euro è calcolato “sulla base degli atti di concessione in essere e di quelli programmati per il 2015”.