Da La Provincia Quotidiano del 5 settembre 2015
di Cesidio Vano
Di seguito pubblichiamo la nota di precisazione al nostro articolo sui costi per i solleciti di pagamento delle bollette, pubblicato giovedì (leggi qui), ricevuta da Acea Ato5.
La società che gestisce il servizio idrico integrato nell’Ato5, sostanzialmente sostiene: che la richiesta dei 10 euro più Iva a sollecito è pienamente legittima; che solo nei casi in cui l’utente resti ulteriormente moroso vengono addebitati ulteriori 10 euro, sempre più Iva, per il passaggio della pratica alla società incaricata da Acea del recupero crediti; la procedura è svolta secondo le indicazioni del regolamento e gli incassi gestiti secondo le norme del Metodo tariffario.
Quello che però l’Acea Ato5 si ostina a non voler dire, nonostante le ripetute ed espresse richieste che pure abbiamo fatto, è l’ammontare del numero dei solleciti inviati nell’arco dell’anno e quindi l’ammontare delle somme riscosse a titolo di rimborso solleciti e rimborso recupero crediti. Di che cifre parliamo? Quanti milioni vengono introitati all’anno in tale modo?
L’attività del gestore sarà sicuramente più che lecita, ma lo sono anche le nostre domande e di certo lo è l’esigenza di chiarezza al riguardo.
Questa la nota di Acea Ato5:
«In merito all’articolo “Acqua, il business dei solleciti”, pubblicato sul quotidiano La Provincia in data 3 settembre 2015, Acea Ato 5 Spa intende precisare quanto segue:
In primis si conferma che le spese amministrative per la completa gestione del sollecito (e non solo per i costi postali) tramite raccomandata ammontano a 10 euro e non a 20 come riportato nell’articolo. Tale somma può aumentare in un solo caso: se a seguito dell’invio della raccomandata il cliente non provvede al saldo della morosità. E’ solo ed esclusivamente in questa eventualità – quindi per quegli utenti che dopo l’invio della raccomandata di sollecito si mostrano ancora restii al saldo – che si procede con l’affidamento alle società di recupero crediti incaricate da Acea Ato 5 e quindi, per il recupero delle spese di affidamento, vengono addebitati ulteriori 10 euro.
In merito ai citati problemi nella consegna delle bollette, Acea Ato 5, consapevole dei disservizi verificatisi e quindi dei possibili ritardi nella consegna delle fatture, ha sospeso l’addebito delle spese amministrative per la gestione dei solleciti per tutto il periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2015 e il 30 giugno 2015. Solo dopo aver risolto tali problemi, tornando ad affidarsi a Poste Italiane, si è proceduto a riaddebitare le spese di sollecito agli utenti morosi, a partire quindi dal mese di luglio 2015.
Per quanto riguarda poi il rapporto con le tariffe, va precisato che nel metodo tariffario in vigore stabilito dall’Autorità per l’energia elettrica il gas ed il sistema idrico, i costi ed i ricavi derivanti dallo svolgimento delle attività di gestione della morosità (e quindi l’invio di solleciti, nonché la sospensione e la riattivazione della fornitura, rientranti nella cosiddetta voce “Altre attività idriche”), trovano uno specifico trattamento. Questo a dimostrazione del fatto che l’applicazione all’utenza di tali costi, proprio perché trova una puntuale disciplina all’interno del metodo tariffario definito dal Regolatore nazionale, è del tutto legittima.
Peraltro l’attuale strutturazione tariffaria è riferita ai costi sostenuti dalla società nei due anni precedenti; di conseguenza la fatturazione delle spese di sollecito di oggi sarà oggetto di valutazione del prossimo periodo regolatorio.
Un’ultima precisazione: l’intera procedura di cui si parla nell’articolo stampa, non solo è legittima, ma è anche doverosa. A fronte di situazioni di perdurante morosità, infatti, la Società si limita a dare applicazione all’art. 12 del Regolamento del Servizio Idrico (che costituisce parte integrante della Convenzione di affidamento sottoscritta con l’Autorità d’Ambito) informando gli utenti morosi – appunto tramite tali solleciti – che, persistendo tale situazione, Acea Ato 5 sarà tenuta a procedere con la sospensione del servizio. La condotta tenuta dal Gestore, dunque, è vincolata dalle prescrizioni del Regolamento ma soprattutto dal principio di parità di trattamento degli utenti e quindi da una forma di elementare rispetto nei confronti dei tanti che la bolletta la pagano con puntualità e precisione. Del resto l’ammontare complessivo della morosità che, come già comunicato, è ben superiore al fatturato annuo di Acea Ato 5, a dimostrazione della scarsa propensione al pagamento del servizio idrico di una parte degli utenti del territorio servito, non solo giustifica, ma anzi impone al gestore l’adozione di tutte quelle misure, severe ma legittime, finalizzate al recupero del credito.
Si ricorda peraltro che la morosità, secondo quanto stabilito dal metodo tariffario vigente, è una componente di costo riconosciuto anche dall’Autorità garante per il servizio idrico al gestore in forma percentuale “standard”.
E’ quindi nell’interesse di tutti, in primo luogo degli utenti che pagano regolarmente le bollette, che il gestore attui ogni misura consentita per arginare questo fenomeno. Quello che nell’articolo è stato denominato “giro di denaro”, dunque, può essere evitato in modo molto semplice: pagando il dovuto nei tempi previsti».
Un pensiero riguardo “Acqua. Business dei solleciti, la replica di Acea Ato 5”