Tariffe idriche: ecco le carte dell’inchiesta


Da La Provincia Quotidiano dell’8 marzo 2011

Documenti sottratti e sostituiti in alcuni uffici comunali e pratiche completamente sostituite e ricostruite negli uffici di Acea Ato 5 Spa. E’ quanto emerge dai documenti dell’inchiesta della procura della repubblica di Frosinone sugli aumenti delle tariffe idriche votati dall’assemblea dei sindaci nel 2007 a valere retroattivamente sui consumi 2006. Le indagini, come noto, sono state concluse da tempo e le carte rese pubbliche con la richiesta di giudizio. Ai magistrati spetterà stabilire se ci sono o meno responsabilità penali.

Le carte dell’inchiesta, ad ogni modo, mettono in luce invece aspetti della vicenda finora non conosciuti.
I maggiori costi
L’inchiesta, ad esempio, ha puntato, tra l’altro, a chiarire un elemento decisivo per stabilire se la rivisitazione tariffaria accordata al gestore con la transazione firmata 4 anni fa si sia basata effettivamente su maggiori e reali costi di gestione o questi siano stati solo il risultato di operazioni contabili dichiarate da Acea Ato5. 
La tariffa idrica, infatti, è data dal rapporto tra i costi sostenuti, gli investimenti effettuati e la remunerazione del capitale (obbligatoria per legge) ed i metri cubi di acqua erogata. All’aumentare dei costi e delle spese quindi necessariamente deve aumentare la tariffa idrica.
L’indagine
Negli atti del procedimento si evince l’attenzione su questo aspetto in molti verbali di interrogatori tenuti dalla Guardia di Finanza del Comando provinciale di Frosinone che, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Tonino Di Bona, ha svolto l’inchiesta.
Le fiamme gialle hanno sentito diversi responsabili dell’azienda, dipendenti ed operatori per capire le procedure con cui la società ha autorizzato, registrato e contabilizzato spese ed investimenti.
Gli investigatori delle fiamme gialle hanno acquisito anche diversi documenti sia presso gli uffici del gestore idrico che presso quelli della segreteria tecnico operativa dell’Ato.
I dubbi degli investigatori
Dopo aver studiato le carte e sentito vari testimoni in un’informativa inviata la magistrato ed ora versata nel fascicolo processuale i finanzieri riferiscono che a loro parere i maggiori costi lamentati dall’azienda e giustificativi della revisione tariffaria deriverebbero dall’iscrizione tra i costi operativi di quelli che sarebbero invece degli investimenti. Almeno questa è la tesi della Gdf che ovviamente la società contesta e rigetta in toto.
L’inchiesta, ad ogni modo, è andata avanti focalizzandosi sulla ricostruzione delle modalità con cui venivano contabilizzati costi ed investimenti.
Il testimone
I finanzieri hanno ascoltato i responsabili del settore e si sono imbattuti nelle dichiarazioni di un ex incaricato dell’area investimenti che – rivelano i verbali di interrogatorio – riferisce come la documentazioni sugli investimenti (le opere) effettuate negli anni precedenti al 2009 sia stata concentrata nella sede di Frosinone e che la stessa era oggetto – a quanto a lui risultava – di «un’attività di risistemazione della documentazione tecnica relativa ad alcuni appalti (…) per essere regolarizzati dal punto di vista contabile» e riferisce ai finanziari che tale attività di sistemazione delle carte sarebbe in atto anche presso alcuni uffici comunali, citando nello specifico il caso di un centro della provincia in cui alcuni documenti sarebbero stati sottratti e sostituiti con altri grazie alla disponibilità di amministratori locali. L’ex funzionario responsabile degli investimenti viene sentito diverse volte a verbale ed aggiunge precisazioni, nuovi elementi e fornisce documenti sia sui lavori e le opere, sia sulle assunzioni fatte da Acea Ato 5.
Fatture bruciate
Interrogando altri dipendenti della società, le fiamme gialle continuano ad acquisire elementi sulle fatturazioni e sulle procedure contabili. Il 17 aprile del 2009 sentono un impiegato dell’Acea Ato 5, un profilo marginale e non amministrativo che però rivela ai finanziari qualcosa di importate. Il dipendente, infatti, conferma che presso gli uffici di Frosinone era in atto un’attività di distruzione di numerose fatture di consumi idrici emesse dal 2004 in poi e mai recapitate agli utenti. L’uomo riferisce di essere stato egli stessi incaricato di tale operazione e fa anche i nomi dei colleghi che lo aiutavano in tale compito che lui – riferisce nei verbali della Gdf – ha sempre ritenuto una normale prassi per lo smaltimento di quella documentazione e dei responsabili che avevano disposto tale lavoro.
Il testimone fa anche di più: accompagna i finanziari presso gli uffici dove si svolgeva tale attività e gli agenti della guardia di finanza rinvengono e sequestrano numerosi scatoloni di fatture e bollette mai recapitate e in parte anche bruciate.

Assunzioni e politica: «Indagini concluse lo scorso anno ma non ci sono indagati»

«L’inchiesta c’è stata l’anno scorso ed è stata conclusa, abbiamo anche consegnato un’informativa alla magistratura». Il Colonnello Giancostabile Salato, comandante della Guardia di Finanza di Frosinone, conferma l’attività investigativa svolta sulle assunzioni in Acea Ato 5 ma precisa che si tratta di un’attività già completata e di cui è stata per tempo informata la procura, tanto che alcuni di quegli atti sono ora stati versati nel fascicolo processuale depositato dal sostituto procuratore Tonino Di Bona presso il Gip di Frosinone con la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati nell’inchiesta sugli aumenti delle tariffe idriche approvati nel 2007. Nei documenti, come abbiamo riferito nei giorni scorsi, si fa cenno agli accertamenti operati per l’assunzione (tra gli anni 2003-2008) in Acea Ato 5 di parenti e congiunti di diversi amministraori locali (sindaci, assessori, consiglieri comunali) della provincia di Frosinone.
Per la vicenda degli aumenti idrici la procura ha deciso di contestare i reati di truffa o abuso d’ufficio ai responsabili fino al 2008 di Ato5 e Acea Ato5 ma non ha finora rinvenuto elementi per avanzare ipotesi di reato sulla vicenda delle assunzioni che comunque traspare dalla documentazione dell’inchiesta. Assunzioni di figli e parenti – quindi – che non avrebbero comportato al momento, nel quadro investigativo complessivo, ulteriori azioni da parte del magistrato.

Nel frattempo, la Regione revoca il finanziamento da 100 milioni di euro

Una richiesta urgente per la convocazione di una riunione con i vertici di Acea Ato 5 al fine di discutere di questioni inerenti i diritti dei consumatori. L’ha chiesta ieri, all’amministratore delegato ed al presidente della società che gestisce il servizio idrico integrato in Ciociaria, Luigi Gabriele, vicepresidente della competente Consulta regionale. Gabriele ha chiesto di invitare all’incontro anche l’assessorato alla Tutela del consumatore della provincia di Frosinone «per coinvolgere sin da subito su tali questioni l’ente provinciale».
E tra i punti di confronto proposti, altre alle notizie di stampa sulla vicenda assunzioni, c’è anche «la revoca del finanziamento regionale per impianti di depurazione e fognatura nella provincia di Frosinone». Tale stanziamento, infatti, doveva servire a realizzare opere idrauliche e fognature nei comuni della provincia e richiedeva da parte di Acea Ato 5 il coofinanziamento del 30%. Il contributo di 100 milioni di euro (30 messi da Acea Ato5 e 70 dalla Regione) e finora non utilizzato è stato tolto dalle poste del bilancio regionale. L’ente della Pisana, infatti, avrebbe revocato il finanziamento poiché l’Acea Ato 5 non poteva garantire la propria compartecipazione all’investimento in assenza di una tariffa idrica certa che fornisse sicure indicazioni di entrata.
Tra gli altri argomenti proposti: i disservizi commerciali sorti su tutto l’ambito provinciale a seguito della chiusura degli sportelli territoriali locali e la proposta d’istituzione di punti acqua e l’istituzione di una tariffa sociale.

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