Da La Provincia Quotidiano del 25 febbraio 2011
Un confronto durato diverse ore in cui ognuna delle parti interessate ha provato a fissare le proprie ragioni. Ieri, davanti ai giudici del Tribunale amministrativo regionale di Latina si è tenuta la discussione del ricorso promosso da Acea Ato 5 Spa contro la delibera con cui i sindaci dell’Ato 5, lo scorso dicembre 2009, hanno annullato gli aumenti tariffari accordati ad Acea a seguito della firma dell’atto transattivo con cui lo stesso Ato aveva riconosciuto alla società gestrice del servizio idrico integrato in Ciociaria maggiori costi e spese rispetto al piano con cui si era assegnato l’appalto ed hanno imposto, provvisoriamente, (eravamo nel 2010) l’applicazione la tariffa in vigore nel 2005.
L’Acea rivendica la validità di quella transazione e del nuovo piano tariffario (che prevede investimenti, costi e spese ricalcolati rispetto a quanto rilevato nei primi anni di gestione) accordato nel 2007 ma entrato in funzione retroattivamente a partire dal 2006 e minaccia, in caso di conferma del deliberato del dicembre 2009 (cioè la cancellazione degli aumenti riconosciutile), azioni risarcitorie milionarie ai danni dei comuni interessati, per il momento quantizzati in almeno 40 milioni di euro.
I giudici amministrativi hanno ascoltato le ragioni di tutti gli intervenuti e si sono riservati di decidere nel merito. La sentenza, in una materia molto complessa e controversa come questa, però, non dovrebbe essere emessa prima di un paio di settimane.
Il Tar di Latina, in un primo momento nei mesi scorsi, si era detto non competente a giudicare questa vicenda, trasferendo tutti gli atti al Tar della capitale. La decisione era seguita ad una richiesta degli avvocati dell’Ato 5 che volevano portato a Roma il ricorso promosso da Acea poiché, nella capitale, è in atto un altro procedimento impugnativo contro la delibera del Coviri (oggi Conviri) con cui si è censurato l’aumento delle tariffe del 2007 perché retroattive e perché superiori al limite del 5% imposto dalla normativa. I togati romani, però, si sono ritenuti a loro volta non competenti per discutere le contestazioni contro le delibere dell’assemblea dei sindaci ciociari, riconsegnando le carte a Latina, dove, appunto, la causa è stata discussa ieri e trattenuta per la sentenza.