Da La Provincia Quotidiano dell’8 febbraio 2011
La sensazione è che si voglia tenere tutto in sospeso fino al 24 febbraio quando il Tar del Lazio dovrebbe decidere sul ricorso di Acea Ato 5 contro la delibera del dicembre 2009 (e gli atti conseguenti) con cui l’assemblea dei sindaci dell’Ato5 ha azzerato gli aumenti riconosciuti ad Acea nel 2007 con l’applicazione di quanto stabilito nell’atto di transazione a seguito del quale si erano rivisti costi e investimenti del piano d’ambito.
Ieri mattina, infatti, si è svolta la Consulta d’Ambito convocata dal presidente della provincia e dell’Ato5, Antonello Iannarilli. All’organismo, lo scorso 24 gennaio, l’assemblea dei sindaci aveva affidato il compito di valutare il da farsi su: nuova tariffa idrica per il 2011 e revisione del piano tariffario pluriennale, così come il da farsi in merito alla richiesta del presidente Iannarilli di avviare la procedura di risoluzione contrattuale in danno di Acea (gestore del servizio idrico in provincia) per varie sostenute inadempienze. Ieri, però, Iannarilli – nonostante la sicurezza sempre ostentata – non ha portato documenti definitivi in Consulta, anzi ha insistito per avere l’indicazione di altri due consulenti (espressione del centrosinistra) da affiancare a quelli già da lui nominati per studiare e riferire su tutte le carte e le procedure da attuare. In Consulta, comunque, Iannarilli ha portato anche un altro parere (il secondo) dello studio di consulenza economica e finanziaria da lui incaricato e relativo alla tariffa da applicare per l’anno appena iniziato. Il nuovo calcolo – semplifichiamo un discorso non affatto semplice – indicherebbe come possibile tariffa reale media per il 2011 quella di 0,84 euro/mq. Circostanza che ha però lasciato perplessi gli altri componenti dell’organismo consultivo, visto che in precedenza gli stessi professionisti basandosi su altri calcoli avevano indicato, per il 2010, le tariffe di 0,95 euro/mq e (tenendo presente le indicazioni della Conviri) di 1,21 euro/mq.
La Consulta si è chiusa senza decidere nulla se non un aggiornamento della riunione a lunedì prossimo. Una settimana di tempo che servirà alla Sto (la Segreteria tecnica operativa dell’Ato) a fornire – come espressamente hanno richiesto alcuni sindaci ieri mattina – una relazione completa su tutta la vicenda e lo stato dell’arte. La Consulta, insomma, vuole sapere dai tecnici che fanno parte della struttura – e per quello sonopagati – come stanno le cose: quali sono le prospettive; quali i rischi e quale le scelte più utili a tutelare enti e cittadini.
Se ne riparlerà, quindi, il 14 febbraio. Ma a quel punto, a 10 giorni dalla sentenza del Tar di Roma sul ricorso del gestore idrico, difficile che si decida alcunché, visto che l’eventuale pronunciamento dei giudici a favore di Acea potrebbe riportare tutta la vicenda al 2009, ripristinando quindi gli aumenti stabiliti con la transazione del 2007 e legittimando l’applicazione del nuovo piano tariffario da lì elaborato, rimettendo, dunque, tutto in discussione.
Che il giudizio del Tar possa essere favorevole ad Acea lo pensano anche nel palazzo della provincia da dove giunge l’indiscrezione – e che come tale deve essere intesa – che a far pesare la bilancia della giustizia amministrativa dalla parte del ricorrente possa essere un errore procedurale commesso nell’annullare gli aumenti: non si sarebbe provveduto, infatti, a dare avviso – come prevede la legge – ai controinteressati dell’avvio di quel procedimento.