Acqua: asse Iannarilli-Cocida


Da La Provincia Quotidiano del 15 gennaio 2011

Chi ha redatto e chi ha firmato la relazione sulla transazione tra Acea e Ato 5, sottoscritta nel 2007, che il presidente Iannarilli ha consegnato ai sindaci dell’Ato 5? La domanda è stata posta dai primi cittadini nel corso dell’assemblea dello scorso 10 gennaio. Nomi non se ne sono fatti. In consulta dei sindaci la paternità del documento è stata attribuita a due avvocati (di Sora e Fiorini) a cui il presidente ha affidato, tempo fa, una relazione. Iannarilli ha garantito che il documento, sottoscritto da questi legali sarà spedito ai sindaci assieme al parere che sulla relazione ha espresso la Segreteria tecnica operativa. Parere, quest’ultimo, redatto e firmato dai responsabili della Sto in un paio d’ore prima della seduta del 10 gennaio fissata per le 15 ma relativo solo allo schema di delibera proposta e non alla relazione.
Dietro l’atto di contestazione all’Acea ci sono, però, i comitati per l’acqua pubblica e, tra tutti, il Cocida. Lo ammette Mario Antonellis, rappresentante del gruppo Cocida della Valle di Comino: «Il punto di svolta, il documento che ha fatto cambiare radicalmente la posizione di Iannarilli e di convincerlo a chiedere la rescissione del contratto con Acea l’abbiamo fornito noi. Io e il collega Carlo Gagliardi (che è anche consigliere comunale di Frosinone, ndr). Non è vero come afferma Scalia – dice Antonellis – che tutte le carte su cui si basa la relazione del presidente Iannarilli erano note dal 2007. Abbiamo dovuto insistere, fare denunce, minacciarne altre, per avere alla fine, tra le mani, una nota di Acea con cui la società, nel 2007 quando Scalia aveva deciso per la transazione, proponeva un piano d’ambito completamente nuovo che annullava quanto proposto in sede di gara e riformulava completamente la gestione futura. Un documento che era una proposta di Acea ma che, senza portarlo alla conoscenza dei sindaci e senza minimamente discuterlo – sostiene Antonellis – è stato inserito nella transazione riconoscendo al gestore 49 milioni di euro in meno di investimenti e quasi 700 milioni di costi in più, con una conseguente nuova programmazione tariffaria. Quando Iannarilli – dice Antonellis – ha visto questo documento, si è convinto della bontà della nostra posizione ed ha deciso di contestare al gestore tutte le inadempienze e proporre ai sindaci, come ha fatto, la rescissione del contratto, per noi l’unica strada da percorrere».
Il rappresentante del Cocida, inoltre, vuole precisare anche alcuni punti delle dichiarazioni fatte da Francesco Scalia, ex presidente dell’Ato e firmatario della transazione con Acea finita ora nel mirino di Iannarilli e dei comitati: «Scalia – dice Antonellis – sostiene che gli advisor da lui nominati all’epoca avevano concluso che occorreva procedere con l’accordo e la rimodulazione tariffaria perché non c’erano le condizioni per procedere con la rescissione contrattuale. Ma noi questa impossibilità non l’abbiamo trovata scritta in nessun punto della loro parere. Seconda cosa: Scalia dice che dal computo degli investimenti di Acea bisogna scalcolare i 100 milioni di euro di finanziamenti pubblici, ma questo avrebbe dovuto, casomai, far diminuire la tariffa, non aumentarla, proprio perché i soldi per le opere idrauliche ce li metteva la regione». Per Antonellis, fa benissimo Iannarilli a voler impugnare quell’accordo transattivo davanti al giudice perché, sostiene «con quell’intesa si è azzerata completamente la proposta economica che Acea aveva fatto, appena 4 anni prima, per aggiudicarsi la gestione del servizio ed è stata completamente sostituita, per i rimanenti anni, con importi maggiorati fino al 125% come ha sostenuto lo stesso presidente Iannarilli nella sua relazione ai sindaci».

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