Sanità, Sindaci in conclave


Da La Provincia Quotidiano del 17 ottobre 2010

I sindaci si preparano all’incontro con la Polverini. L’appuntamento è fissato per domani mattina alle 10 in Regione. La governatrice riceverà il presidente della provincia, il sindaco del capoluogo ed una rappresentanza dei sindaci della Ciociaria. Il confronto verterà, come noto, sul Piano di riordino della rete ospedaliera regionale, che per la provincia di Frosinone, prevede un taglio di 327 posti letto e la chiusura/riconversione di sette piccoli ospedali.
Ieri sera, allora, è tornata a riunirsi la conferenza dei sindaci per pianificare quelle che dovranno essere le proposte e le richieste dei primi cittadini alla Polverini. Si partirà, o meglio ripartirà, dal documento che la conferenza dei sindaci ha già elaborato la scorsa estate ed inviato alla regione ma – a quanto pare – mai preso in considerazione, in cui si formulano ipotesi di riordino alternative della sanità in Ciociaria. Ma questo “in Ciociaria” è anche un limite della posizione dei sindaci, visto che la regione e la Polverini ragionano in termini di “Macroaree”. E proprio la contestazione delle macroaree, sarà una delle istanze che i primi cittadini porteranno sul tavolo del confronto. Anche perché se si ragionasse solo in termini di Asl, la Ciociaria avrebbe tutto da guadagnarci: più posti letto per raggiungere i rapporti indicati dal governo e più strutture specializzate sul territorio (ad esempio, ma non solo, il Dea di 2° livello a Frosinone) per completare l’offerta sanitaria minima necessaria.
I sindaci, di destra e di sinistra, sono sempre stati consapevoli che è necessario tagliare; che non si può pretendere di avere 10 ospedaletti sotto casa e per giunta funzionali. Avere però scelto la via della protesta di strada e di piazza, populista e popolare, spesso poi capeggiata da una sola parte politica, fatta necessariamente di slogan per forza riassuntivi, ha fatto sì che si perdesse in ragionevolezza e nel confronto, per vedere ogni borgo, frazione e comune strillare: «Giù le mani dall’ospedale! L’ospedale non si tocca». Anche se quell’ospedale – come ha già fatto notare la Polverini più volte e da ultimo l’onorevole Alfredo Pallone – è stato già “chiuso” dagli stessi cittadini che non vanno lì a farsi curare.
L’assessore provinciale Giuseppe Paliotta, che ha partecipato alle riunioni con i sindaci in rappresentanza del presidente Iannarilli, ha più volte cercato di tenere la barra della discussione ferma su tre punti essenziali: 1) rapporto posti letto abitanti 4 ogni 1000, riferendosi alla popolazione di 490.000 abitanti in provincia di Frosinone, 2) No alle macroaree; 3) Confronto sulle scelte. E con molta probabilità saranno queste le posizioni da tenere nell’incontro con la governatrice, con una particolare richiesta di mantenere invece l’attenzione sulle strutture a nord della provincia (Anagli/Alatri).
Ieri, una nota di condivisione del Piano varato dalla Polverini è giunta anche dai segretari della Fimmg (cioè i medici di famiglia, al contrario del sindacato dei dirigenti medici che ha invece annunciato sciopero, ndr) di Roma, Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti e dalla Continuità Assistenziale del Lazio che hanno ritenuto «l’azione che si sta definendo nel piano di rientro vada nella direzione della riorganizzazione del sistema sanitario che è stata intrapresa negli scorsi anni». Il segretario Fimmg Lazio Pierluigi Bartoletti spiega: «Pur osservando aree di criticità, soprattutto nelle province, ritengono che sia interesse comune affrontare i problemi rilevati nel più ampio spirito di collaborazione istituzionale. E’ un momento di cambiamento, che arriva al saldo finale con anni di ritardo e sotto la pressione di ottenere quelle risorse economiche indispensabili per il rilancio del sistema sanitario. Sono molti anni che si parla di portare le cure più vicino alle persone potenziando il sistema di assistenza primaria ed integrandolo con quello socio-sanitario. Tra le maggiori criticità che oggi rileviamo è che appaiono solo i lati negativi della manovra del piano di rientro, mentre non è chiaro cosa si offra in alternativa alle chiusure degli Ospedali».

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