Provincia, la guerra dei collegi elettorali


Da La Provincia Quotidiano del 13 ottobre 2010

Una vera e propria guerra. E’ quella in atto da qualche settimana per la revisione dei collegi elettorali provinciali che da 30 debbono passare a 24, visto il taglio di sei consiglieri che la manovra estiva del Governo ha imposto agli organi assembleari delle province. Una guerra che non si è affatto assopita, nonostante lunedì sera il consiglio provinciale abbia approvato, con i soli voti della maggioranza presente (18 su 31), lo schema di riordino. Il documento, infatti, ora passa al vaglio della Prefettura che lo inoltrerà al Ministero degli Interni per la definitiva approvazione. E proprio al Prefetto l’opposizione ha annunciato che farà ricorso per denunciare le irregolarità che ritiene essere contenute nello schema varato lunedì sera. 
Le direttive a riguardo erano quelle di creare collegi di circa 20.000 residenti ognuno, tra comuni che abbiano una certa continuità territoriale, con la possibilità di un’oscillazione in eccesso o in difetto del 10% (quindi compresi tra 18.000 e 22.000). Eccezioni, ovviamente, possono sempre esserci in base alle necessità ed a particolari situazioni. In provincia di Frosinone la forbice è un po’ più larga: da 16.000 a 24.000.
L’operazione “taglia e cuci” fatta sul territorio provinciale ha lasciato con il mal di pancia l’opposizione di centrosinistra ma anche qualche componente della maggioranza. L’opposizione accusa la squadra di governo di aver modificato gli accorpamenti dei comuni ad immagine e somiglianza dei propri componenti che avrebbero voluto così garantirsi una facile rielezione, “costruendo” collegi in cui per loro è semplice raccogliere forti percentuali di voti. Ma la minoranza punta l’indice anche contro l’illegittimità dei riparti effettuati perché contrasterebbero con la normativa in materia e creerebbero una forte disparità tra elettore ed elettore e candidato e candidato.
I sette consiglieri di minoranza che in consiglio provinciale hanno votato contro l’approvazione del riordino vanno all’attacco: «Io e Torriero per il Psi – dice il capogruppo socialista Gian Franco Schietroma -, Forte e Veronesi per l’Udc e Cinelli, Costanzo e Giorgio del Pd, ci appelleremo al prefetto perché ancora una volta è in ballo una questione che riguarda le regole, la correttezza amministrativa a tutela della rappresentatività provinciale. Al rappresentante del governo chiederemo di porre rimedio alle gravi violazioni compiute con questa delibera. C’è una grossissima discrepanza – ha detto Schietroma – da collegio a collegio». A Schietroma fa eco il capogruppo Pd Antonio Cinelli: «Ancora una volta l’amministrazione provinciale guidata dal presidente Antonello Iannarilli, si è distinta per arroganza e spregio delle leggi. Nella ricomposizione dei Collegi ci si aspettava dall’Amministrazione Iannarilli, almeno per una volta, un comportamento oggettivo, condiviso e responsabile. Tutto questo non è accaduto. Basta vedere la composizione dei vari Collegi per rendersi conto che qualche Consigliere di maggioranza, pensando di essere il candidato a vita , ha designato Collegi che variano da 16 mila a 25 mila creando una disparità notevole tra i vari candidati ai fini del raggiungimento della percentuale utile. Sono stati accorpati Comuni non omogenei anche se in qualche modo confinanti. E’ ben visibile l’accorpamento di Arpino con Isola del Liri, quando quest’ultima poteva benissimo anche per ragione di continuità territoriale, trovare una soluzione con Sora (da anni si parla di Lirinia e poi…), ma qualcuno della maggioranza si è opposto…».
L’operazione su Arpino non è stata gradita neanche dall’assessore provinciale arpinate Gianluca Quadrini, che non commenta. Al momento del voto in aula, però, lo si è visto uscire dal consiglio molto contrariato. del resto tra Arpino, Sora ma soprattutto tra Sora e Isola (si pensi alle zone di Carnello o a San Domenico ad esempio) c’è una continuità territoriale ed urbanistica che di fatto fondono in una le due città. A Frosinone, però, hanno deciso di dividerle.
Soddisfatto, invece, per il voto incassato lunedì sera si è detto l’assessore al Riordino Istituzionale, Giuseppe Paliotta: «Esprimo soddisfazione per il buon lavoro fatto e per il consenso ottenuto anche da parte di chi, per ragioni ovvie, sul piano ufficiale deve contestare la soluzione passata ma in privato fa sapere che l’ha gradita. Il confronto c’è stato – dice – e con tutti. Certo, non è stato possibile andare in contro a tutte le istanze. Però chi governa alla fina ha l’obbligo di chi le necessarie sintesi».

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