Saf. Rifiuti da Roma, proroga scaduta anzi no


Da La Provincia Quotidiano del 9 aprile 2018

di Cesidio Vano

Passato l’appuntamento con le urne, la politica si ‘dimentica’ della questione rifiuti che invece si infiamma durante ogni campagna elettorale perché argomento ‘sensibile’ che i contendenti ritengono strumento utile per attirare consensi. E così, benché la proroga sia scaduta, dello stop ai rifiuti romani che giungono in Ciociaria per essere trattati presso l’impianto della Saf di Colfelice non si parla più. Non ne parlano né i sindaci che, lo scorso gennaio, hanno detto sì all’arrivo dei rifiuti ma solo per altri due mesi; né quelli che hanno alzato barricate contro la ‘munnezza’ romana, arrivando ad annunciare – e annunci sono rimasti – che avrebbero abbandonato dal società (la Saf appunto) che gestisce il ciclo di rifiuti per conto dei Comuni soci.
La proroga al conferimento dei rifiuti da Roma era stata accordata dall’assemblea dei soci, lo scorso 12 gennaio e per 60 giorni, al solo scopo di consentire alla governance della Saf di predisporre il nuovo piano industriale e i lavori da effettuare affinché l’impianto venisse riconvertito alle sole esigenze del territorio ciociaro. In sostanza, i Comuni della provincia di Frosinone, nei quali ormai da anni è stata avviata la raccolta differenziata con buone percentuali raggiunte, non hanno più bisogno di una struttura che tratti esclusivamente l’indifferenziato, perché ne producono sempre meno. L’impianto di Colfelice, da questo punto di vista, è diventato un costo economico e ‘ambientale’: per farlo funzionare servono circa 700 tonnellate al giorno di immondizia che la Ciociaria non produce. Le importa per buona parte da Roma, la quale non ha la differenziata e non ha dove smaltire i rifiuti che difatti spedisce in mezza Italia. La Saf ci guadagna, perché la Capitale paga bene, ma non rende un servizio al territorio, che infatti, le materie prime recuperate la ‘tratta’ con una miriade di ditte private (quando sarebbe proprio quella parte la ‘ricchezza’ prodotta da ciclo). Anche per questo – e per i problemi denunciati da anni dai residenti nella zona dell’impianto – i sindaci hanno detto basta! Ma, finora, per finta.
La scorsa estate, infatti, dall’assemblea dei soci primi cittadini era giunta la perentoria indicazione: stop ai rifiuti da Roma al 31 dicembre 2017. Ma lo stop non c’era stato: l’allora neo presidente della Saf, Lucio Migliorelli, si era trovato davanti a due problemi. Il primo: se avesse fermato l’arrivo dei rifiuti dalla capitale, nel giro di qualche mese il bilancio della società sarebbe finito a catafascio (ogni mese si sarebbe andati sotto di 625.000 euro); il secondo: l’amministratore di Ama, la municipalizzata romana dei rifiuti, gli ha detto chiaramente che se Colfelice non avesse più preso l’immondizia della capitale, il rischio sarebbe stato una possibile emergenza rifiuti. Si è allora tirato a campare per qualche settimana e poi è giunta la proroga di due mesi: nel frattempo, però, bisognava pianificare la trasformazione dell’impianto, che – come detto – avrebbe dovuto puntare tutto sulle esigenze della Ciociaria e quindi, sempre più, sul differenziato e, sempre meno, sui rifiuti tal quale. A che punto sia questo lavoro, non è dato sapere. Ma, quello che si capisce, è che se non si vogliono fare debiti (la Saf è dei comuni e se i conti vanno in rosso, alla fine sono i cittadini a rimetterci) bisogna continuare a prendere l’immondizia da fuori provincia, in attesa che la riconversione abbia inizio.
cvano@laprovincia.eu

Migliorelli: “Assemblea dei sindaci a maggio”
«Credo che per fine mese il quadro sarà chiaro e per la prima decade di maggio potrò convocare l’assemblea dei sindaci (che, assieme all’Amministrazione provinciale, sono i soci della Saf, ndr) per presentare il nuovo piano industriale, secondo le indicazioni date lo scorso gennaio». Lucio Migliorelli è ancora convalescente, dopo un malore che ha avuto nei giorni scorsi proprio mentre era nel suo ufficio alla Saf. «Un’altra settimana di riposo» gli hanno imposto i medici, ma lui lavora lo stesso, da casa.
«Il piano industriale è praticamente pronto – ci spiega – volevo portarlo all’attenzione dei soci a fine aprile. Ora questi inconvenienti faranno slittare il tutto di un po’».
L’inconveniente non è stato solo il malore: lo scorso mese, a complicare le cose, ci sono state anche le difficoltà di cassa dovute ai mancati pagamenti di molti Comuni, che non versano con puntualità il dovuto per l’immondizia che portano a Colfelice. La Saf, di conseguenza, non ha potuto saldare le fatture della discarica dove conferisce il materiale residuo del trattamento e l’impianto ha dovuto ridurre i quantitativi in ingresso, bloccando quindi alcuni camion d’immondizia dei Comuni.
«La proroga sui rifiuti romani – dice Migliorelli – è legata al nuovo piano industriale e alla riconversione dell’impianto. Insomma non è che scade dopo 60 giorni».
Del resto, il presidente lo ha spiegato per bene ai sindaci: per i costi operativi che ci sono, senza i rifiuti da fuori provincia, la gestione finisce in perdita e ovviamente chi ha il compito di amministrare l’azienda questo non lo può consentire. [CV]

 

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