Acqua. Quel bando da 50 milioni che trasmorma Acea Ato5 da appaltatore a stazione appaltante


Da La Provincia Quotidiano del 28 luglio 2015

di Cesidio Vano
«E’ assurdo che un appaltatore diventi… stazione appaltante! E’ la seconda volta che in realtà questo avviene, che cioè il gestore del servizio idrico Acea si sostituisce alla Sto (segreteria tecnico operativa) dell’Ato redigendo piani e tariffe al posto di quella».
A parlare è Mario Antonellis, portavoce dei comitati per l’acqua pubblica, che commenta la notizia del bando di gara da 50 milioni di euro predisposto da Acea Ato5 Spa per l’effettuazione dei lavori previsti nel piano degli investimenti 2014-2017 varato dall’assembela dei sindaci nelle scorse settimane.
Antonellis pone sul tavolo la questione della legittimità di un bando per i lavori del Servizio idrico emesso dall’appaltatore, che quel servizio deve gestire, non direttamente ma tramite la società madre Acea spa e ricorda le censure che al riguardo già anni fa aveva mosso la Segreteria tecnica operativa dell’Ato5.
Nei giorni scorsi, contro le modalità di conferimento dell’appalto, si è scagliata la senatrice del Pd Maria Spilabotte la quale, sostanzialmente, paventa il rischio – per come sarebbe strutturato il bando – che l’affidamento finisca ad una sola grande ditta esterna alla Ciociaria e che non porti pertanto alcun benefico alle realtà produttive locali.
«Nessuno dei nostri rappresentanti parlamentari – dice oggi Antonellis – si è mai sognato di proporre finora una interpellanza parlamentare sul caso Acea Ato5 S.P.A.
Ci penserà ora la senatrice Spilabotte, ma non come qualcuno crede per porre l’attenzione sul più grande scandalo che dal dopoguerra ad oggi si è verificato in terra di ciociaria – evidenzia Antonellis -. Non per dire #bastacea…
Non per tutelare i cittadini, quindi, ma a garanzia degli imprenditori locali.
Evidentemente la senatrice Spilabotte non vive dalle nostre parti o vive una realtà parallela e invece di farsi carico delle ragioni, della rabbia e della lotta dell’intero popolo ciociaro contro l’esattore dei sindaci si preoccupa di garantire alle imprese locali di poter mettere le mani su una fetta di lavori sui nostri acquedotti colabrodo».
Antonellis insiste: «La Spilabotte evidentemente non sa che quei lavori dovevano essere già fatti da oltre un lustro da Acea, ma evidentemente non si è nemmeno documentata e quindi ignora che tutta la procedura messa in campo da Acea è fuori luogo e fuori delle regole degli appalti. Bastava chiedere alla Sto». Ed al riguardo Antonellis mostra la nota n. 185 dell’11 agosto 2008 emessa dalla segreteria tecnico operativa nella quale, tra le altre cose, si contestava ad Acea Ato5 il fatto che: «Tutte le gare per l’affidamento degli appalti in Ato5 sono svolte presso la sede di Acea S.p.A. (Holding) a Roma e non presso la sede legale di Acea Ato5 S.P.A. in Frosinone. Quel che è più grave e inaccettabile è che, così facendo – scriveva allora la Sto -, la stazione appaltante sarebbe stata di fatto sostituita con altro soggetto giuridico aggiudicatore, che agirebbe in nome e per conto di Acea Ato5 S.p.a. e che utilizza, tra l’altro, per le formalità della gara un notaio, il cui onere va poi comunque a gravare ulteriormente sui costi operativi e sulla tariffa di ATO5. Inoltre, per ovvie ragioni di supervisione della gestione dei S.I.I e di maggiore trasparenza il bando va pubblicato anche presso la sede di questa AAto».
«La senatrice Spilabotte evidentemente – conclude Antonellis – ha gli stessi atteggiamenti dei sindaci e non si sta minimamente rendendo conto che insieme a loro è diventata patetica».

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