Frosinone/ Parentopoli Acea Ato5


Da La Provincia Quotidiano del 6 marzo 2011

C’è un’inchiesta nell’inchiesta, nel procedimento penale avviato dalla procura della repubblica di Frosinone sull’aumento delle tariffe idriche operato nel 2007 e le modalità di applicazione dello stesso. Ed è quella che riguarda le assunzioni operate da Acea Ato5 Spa, gestore del servizio idrico in provincia di Frosinone, negli anni dal 2003 fino al 2008. Indagini che nascono da due percorsi distinti ma a tratti coincidenti: da una parte una serie di esposti (sia anonimi che firmati) giunti a procura e forze dell’ordine con l’invito ad appurare l’esistenza di rapporti familiari tra alcuni neoassunti e alcuni politici locali; dall’altra la necessità investigativa di capire e stabilire se la spesa per il personale abbia in qualche modo influito (e quanto) sul costo del servizio, costo aumentato a dismisura tanto da essere la giustificazione addotta per approvare l’aumento tariffario oggetto dell’inchiesta guidata dal sostituto procuratore di Frosinone Tonino Di Bona.

Gli esposti
Sono diverse le segnalazioni giunte sui tavoli di magistrati e guardia di finanza in cui si fanno nomi e cognomi di amministratori comunali e di presunte parente con neoassunti in Acea Ato 5. La procura di Frosinone ha chiesto alle fiamme gialle di verificare quando denunciato. Il 4 marzo del 2009, la Gdf di Frosinone riferisce, in merito alle indagini svolte sul caso, al magistrato titolare dell’inchiesta: «Nel corso dell’esame del libro matricola compilato dall’azienda per gli anni dal 2003 al 2008 sono stati riscontrati i nominativi dei neo assunti (alcuni dei quali risultati dagli esposti ricevuti, ndr) che da ulteriori accertamenti sono risultati parenti di amministratori locali».

Un posto per i figli
In particolare nell’informativa, ad esempio, le fiamme gialle si soffermano su due soggetti: uno figlio di un assessore e l’altro figlio di un consigliere comunale di un centro della provincia. Un accenno non casuale poiché dall’attività investigativa svolta dalla guardia di finanza risulterà che proprio in quel comune e grazie alla compiacenza di tali amministratori obbligati per l’assunzione dei pargoli – questa è l’ipotesi investigativa – si sia proceduto alla sottrazione e sostituzione di alcuni documenti inerenti il servizio idrico.
Le fiamme gialle insistono su questo filone e sentono, come persone in formate dei fatti, diversi dipendenti e funzionari di Acea Ato 5, in particolare i responsabili dell’epoca della selezione di personale. Dai verbali di interrogatorio emerge che c’erano state, in quel periodo, segnalazioni e pressioni da più parti (politiche, imprenditoriali, ecc.) su nominativi delle persone da assumere. Ma i funzionari interessati, nei verbali della Gdf, affermano anche di aver proceduto sempre ad un corretto esame dei curricula per valutare caso per caso.

Sequestrati i curricula
I finanzieri, comunque, chiedono l’autorizzazione al magistrato e vanno per tre volte in Acea Ato 5 ad acquisire l’elenco delle richieste di assunzione (il 16, il 18 e il 23 marzo 2009) per valutare poi nominativi e parentele. L’attenzione degli investigatori si sofferma sugli ultimi assunti, anche perché nel frattempo sono cambiati i responsabili in Acea Ato 5.

Politici in campo
In particolare dal fascicolo dell’inchiesta emergono altre due posizioni: inerenti a categorie particolari di lavoratori.
Per uno di essi, si ipotiza, la richiesta di assunzione è stata pressata da un esponente politico. Il funzionario Acea interrogato fornisce ai finanzieri anche il curriculum del soggetto poi assunto dal quale risulta che lo stesso annovera, come esperienza lavorativa immediatamente precedente, l’assistenza all’attività di un noto politico del territorio.
Ma non è sicuramente questo l’unico caso in cui l’inchiesta inciampa in un nome noto della politica ciociara. Accade nuovamente, infatti, con un’intercettazione telefonica operata dalle fiamme gialle su disposizione della magistratura che, nel frattempo, ha fatto mettere sotto controllo le utenze telefoniche di amministratori e figure vertice (in carica fino al 2009) di Acea Ato 5.

L’intercettazione telefonica
Il 2 aprile 2009, infatti, il finanziere incaricato di ascoltare le comunicazioni tra l’allora presidente di Acea Ato 5 e un amministratore della società trascrive una telefonata in cui, dopo un articolo di giornale che attaccava la gestione idrica, il presidente minaccia le dimissioni e si lamenta che nessuno interviene in difesa della società. Nel proseguo della telefonata (che avviene a Roma) emerge come un altro politico locale gli avesse chiesto assunzioni e lo avesse anche minacciato tanto che il presidente, stufo, dice al suo interlocutore: «ma comunque guarda: noi dobbiamo cambiare registro, mo’ la prossima volta, il prossimo che ci chiede un’assunzione andiamo noi da Di Bona (il magistrato, ndr)». Il suo interlocutore condivide pienamente annunciando anzi che, alla prossima, sarà lui a dimettersi, a convocare la stampa e ad andare in procura.

Un’inchiesta importante
La vicenda delle assunzioni in Acea Ato 5 ed eventuali coinvolgimenti della politica ha un suo peso specifico nell’inchiesta sull’aumento delle tariffe idriche. L’ipotesi al vaglio della magistratura è infatti anche quella che alcuni abbiano dovuto sostenere la decisione di riconoscere maggiori costi della società poiché debitori per i favori ricevuti o perché diversamente interessati.

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