Da La Provincia Quotidiano del 14 gennaio 2011
Un’iniziativa: inopportuna, impraticabile, improponibile, penalizzante, intempestiva. Così, dando fondo ad un buon vocabolario, i sette consiglieri provinciali del Pdl Eligio Ruggeri, Mario Giannadrea, Sergio Cippitelli, Gennarino Scaccia, Ennio Marrocco, Ernesto Tersigni e Silvio Tagliaferri (tutti dell’area politica di riferimento, nel Popolo della Libertà, degli onorevoli Alfredo Pallone e Mario Abbruzzese) hanno bocciato senza appello l’iniziativa promossa dalle province di Frosinone e Latina per un referendum sulla nascita di una regione senza Roma.
Una spaccatura nel Pdl ciociaro che è stata messa nera su bianco in un documento politico firmato dai sette ed inviato al presidente Iannarilli proprio il giorno in cui, ieri pomeriggio, nella sede dell’amministrazione provinciale di Frosinone si è tenuta l’assemblea che ha dato vita al Comitato referendario per il Sì.
In una nota ufficiale i sette consiglieri provinciali scrivono:
«I sottoscritti consiglieri provinciali del Popolo della Libertà di Frosinone, in merito all’iniziativa nata per promuovere una “Nuova Regione” staccata da Roma, osservano che, seppur legittimo, il progetto è da ritenersi inopportuno, intempestivo e non percorribile, soprattutto se si tiene conto che l’intera procedura rientra in un ambito di modifica costituzionale. L’iniziativa in questione non è praticabile, soprattutto se si considera il momento difficile che le finanze del nostro Pese stanno attraversando. Siamo in tempi di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica statale, quindi gli Enti Locali, Regioni, Province, Comuni ed Enti sovracomunali devono impegnarsi per ridurre spese e costi di gestione. Una “Nuova Regione” non può pensare di escludere Roma Capitale d’Italia, da sempre punto di riferimento per civiltà e cultura, centro della cristianità e sede di Associazioni e Organismi Internazionali, oltre che meta preferita del turismo mondiale. Roma Capitale d’Italia è un soggetto trainante per l’economia locale e nazionale. Può contare su un terziario del quale potrebbero avvantaggiarsi tutti, in primis le aree circostanti. Questo dovrebbe spingere proprio gli amministratori locali ad operare in sinergia, con determinazione e con il chiaro intento di trovare strade per legarsi il più possibile alle potenzialità di cui la Roma è dotata. Il progetto, inoltre, è intempestivo perché si stanno anticipando in modo superficiale quelli che saranno i contenuti dei decreti attuativi sul Federalismo fiscale, che daranno vita ad un nuovo e aggiornato sistema fiscale per tutti gli Enti Locali. In conclusione, pur ritenendo legittimo il progetto del nascituro Comitato per una “Nuova Regione”, riteniamo che la proposta sia sconveniente, visto che andrebbe a creare un Ente territoriale che, senza Roma Capitale, difficilmente si posizionerà fra quelli ricchi e virtuosi. Ricordiamo, infine, che la strada del referendum potrebbe aver bisogno di molto tempo, probabilmente anni. Il progetto in questione rischia di rappresentare solo uno slogan per fini propagandistici». Il comunicato dei sette si conclude con un’affermazione fortissima: «Sulla proposta avanzata dal Comitato “Nuova Regione” la linea del Pdl è chiara: il partito è contrario». Un’affermazione, quest’ultima, perentoria che rivela forse come le sfere più alte del Pdl abbiano già liquidato l’iniziativa.
Da parte sua, Iannarilli, ieri in occasione della manifestazione tenutasi in provincia, ha dedicato solo poche battute alla vicenda: «Quei sette consiglieri provinciali – ha detto il presidente della provincia – dovrebbero ricordarsi che l’iniziativa per una regione senza Roma è nel programma elettorale con cui abbiamo vinto le elezioni. Programma che hanno firmato e sottoscritto anche loro e che i cittadini hanno votato. Allora lo scrivemmo quando in regione c’era il centrosinistra, oggi c’è il centrodestra ma questo non fa alcuna differenza. Io ho intenzione di onorare gli impegni presi con gli elettori. Poi – ha aggiunto – questa non è un’iniziativa politica. E’ un’iniziativa che viene dalla società civile e che alcuni politici, tra cui io, appoggiamo». Iannarilli ha anche precisato che per lui non c’è alcun scontro all’interno del Pdl dove la questione non è stata affrontata, tanto che gli stessi critici consiglieri provinciali hanno riaffermato la loro fedeltà a lui presidente. Fedeltà di cui però non c’è traccia nel documento politico consegnatogli.