Da La Provincia Quotidiano del 9 novembre 2010
La minaccia è concreta. Presto, per fronteggiare la situazione di deficit esistente nei conti sanitari del Lazio, potrebbero tornare i ticket. La governatrice Polverini ha smentito ed ha precisato che questa è una scelta che lei non ha compiuto e che, invece, in passato è stata fatta dalla precedente giunta. Ieri, però, la posizione della governatrice è stata contestata da Tonino D’Annibale, consigliere regionale del Pd che ha rivelato: «Dal primo luglio le persone con gravi disabilità ricoverate o semplicemente assistite presso i centri riabilitativi della Regione Lazio sono costrette a pagare un ticket per essere curate. La conferma arriva in questi giorni. E smentisce tutte le rassicurazioni date in questi mesi dalla Polverini. A casa delle famiglie di persone con handicap stanno arrivando le richieste di pagamento da parte delle strutture di cura. Prima dovranno pagare il 30% della tariffa e solo successivamente potranno rivolgersi al proprio Comune di residenza per ottenere un eventuale rimborso. In questo modo chi soffre paga due volte». Insieme ai consiglieri democratici Esterino Montino ed Enzo Foschi, D’Annibale ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere alla Polverini di annullare gli effetti devastanti di questi provvedimenti.
A prevedere il ticket sulle prestazioni ai disabili è uno dei decreti firmato dalla governatrice ed in vigore, ma al momento sospeso.
Lo spettro dell’introduzione di nuovi ticket sanitari del Lazio, però, resta sospeso sulle teste dei cittadini. A prospettare questo scenario è stato proprio il Governo nazionale che, nel verbale con cui ha promosso il piano di rientro varato dalla governatrice/commissaria Renata Polverini, ha in sintesi scritto: l’erogazione di quota parte di ciò che lo Stato deve alla Regione Lazio per la sanità è vincolato all’adozione “di tutte le misure necessarie, ivi comprese eventuali forme di partecipazione alla spesa da parte dei cittadini, al fine di assicurare gli obiettivi finanziari per l’anno 2010”. Dunque, il Governo ha detto chiaramente alla Polverini che la strada maestra, per garantire un corretto rientro del deficit sanitario, è il classico ticket.
La vicenda è stata motivo di discussione nel corso dell’ultimo consiglio regionale, lo scorso 3 novembre, in cui si è parlato di sanità. La vicepresidente della competente commissione regionale Giulia Rodano (Idv) ha sostenuto: «La Polverini evita di annunciare che, come si legge nel verbale del tavolo tecnico, lo Stato sblocca le risorse solo per il 60%, per il 10% rinvia a marzo 2011, e soprattutto – aggiunge – per il restante 30% impone alla Polverini e al Lazio non solo le tasse ma anche nuovi ticket per i cittadini. Come se non bastasse, sul disavanzo del 2010 graverà un ulteriore debito scoperto circa 230 milioni di euro». Anche ieri, però, la governatrice del Lazio ha replicato: «Il ticket è una scelta che non ho fatto e che invece è stata presa dalla Giunta precedente, quando, oltre all’aumento delle addizionali, si è deciso di introdurre il ticket. Io non voglio far pesare ulteriormente sui cittadini – ha aggiunto la Polverini – un debito che per molti aspetti, e i dati lo confermano, si è accumulato per la scarsa capacità degli amministratori. Lo sblocco dei fondi da parte del Cdm – ha aggiunto ancora – conferma che avevo ragione io: tutti quelli che sostenevano che il piano non c’era e quindi mancavano, venerdì hanno avuto la loro risposta. Si va avanti tra mille difficoltà perché la sanità è un settore complesso ma con straordinarie professionalità».
Ma l’opposizione non è convinta e il consigliere Pd Enzo Foschi commenta: «La Polverini non governa la sanità del Lazio, esegue ordini. Se il tavolo tecnico imporrà il ticket, lei lo metterà. Così come ha tagliato i posti letto che non voleva tagliare, ha chiuso gli ospedali che non voleva chiudere, ha portato a casa l’aumento delle tasse che diceva di voler evitare».