Da La Provincia Quotidiano del 31 ottobre 2010
Oltre 88.000 euro per impresa. A tanto ammonta l’indebitamento medio delle imprese ciociare secondo uno studio condotto dalla Cgia di Mestre, sigla sindacale che raggruppa le piccole e medie imprese. I dati elaborati stimano a 176.596 euro la media dell’indebitamento per azienda in Italia. «La realtà provinciale più “scoperta” è Milano – spiegano dlala Cgia -, con un importo medio per azienda pari a 418.361 euro. Segue Brescia (324.037 euro per azienda) e Siena (con 296.787 euro). In termini percentuali, invece, l’aumento più sostenuto registrato nell’ultimo decennio spetta alla provincia di Siena (+229,7%): al secondo posto si colloca Rimini (+191,8%) ed al terzo posto Grosseto (+156,9%)».
Frosinone, per venire alle cose di casa nostra, si colloca nella zona medio-bassa della classifica delle 103 province italiane, con una variazione percentuale dell’indebitamento negli ultimi 10 anni pari a +59,7 (subito prima di Pordenone e subito dopo Brindisi). Nell’ultimo anno è stata di +6,2. La media per azienda è precisamente 88.178 euro. Nel 1999 l’indebitamento delle imprese ciociare era in totale di 2 miliardo e 150 milioni di euro. nel 2010 è salito a 3 miliardi e 434 milioni di euro.
A livello nazionale, nell’ultimo decennio la crescita dell’indebitamento è stata del +93,6%. Sempre nello stesso periodo, invece, l’aumento dell’inflazione è stato poco superiore al +23%. In termini assoluti l’esposizione con il sistema bancario ha raggiunto, a fine 2009, i 933 miliardi di euro. I dati riguardano l’indebitamento delle società e quasi società non finanziarie e le cosiddette “famiglie produttrici”.
«Se dal 1999 al 2008 – commenta Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre – l’aumento dell’indebitamento è stato progressivo, con l’avvento della crisi economica e finanziaria, invece, si è registrata una inversione di tendenza. Tra il 2008 e il 2009, l’esposizione delle nostre imprese è diminuita del 2%, sia per effetto della stretta creditizia praticata dalla banche sia per la riduzione delle richieste di prestito avanzate dalle imprese. Tra le tante ragioni che spiegano questa impennata – prosegue Bortolussi – un ruolo determinante l’ha avuto l’aumento dei ritardi nei pagamenti registrato in questi ultimi anni. Una operazione, quella effettuata da moltissimi committenti, che ha costretto tantissime piccole imprese a ricorrere a prestiti bancari per far fronte alle quotidiane scadenze di pagamento». Infine, sottolineano dalla Cgia di Mestre, va osservato che per quanto riguarda le grandi imprese, la quota di investimenti realizzati nel settore immobiliare è risultata essere superiore di circa 2 volte e mezza (in valore assoluto pari a 237,58 mld euro) rispetto a quelli compiuti in macchinari e attrezzature varie (97,27 miliardi di euro). Tra il 2000 e il marzo del 2009 i primi sono aumentati del 104,1% e i secondi solo del 13,4%, mentre l’inflazione, sempre nello stesso periodo di tempo, è aumentata del + 21,5%.