Da La Provincia Quotidiano dell’11 giugno 2010
di cesidio vano
Il Tar del Lazio ha rinviato al prossimo 16 settembre la decisione sui ricorsi che contestano la proclamazione di 73 consiglieri regionali contro i 70 previsti dallo Statuto. Troppi, infatti, i soggetti interessati dai ricorsi e dagli atti di intervento a cui tali provvedimenti dovevano essere notificati. Per questo, i giudici amministrativi della II sezione bis del Tar del Lazio, che si occupano del caso, hanno disposto si proceda alla notifica “per pubblici proclami”, ovvero con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, secondo quanto è previsto dalla legge; tutto ciò per consentire, a chi tra gli eletti in Consiglio regionale abbia interesse, di poter intervenire nel giudizio. Tale procedura, infatti, viene autorizzata quando la notificazione degli atti nei modi ordinari risulta difficoltosa per il numero delle persone da chiamare in giudizio.
A ricorrere al Tribunale amministrativo regionale erano stati il Movimento per la difesa del Cittadino (Mdc) e il consigliere regionale del Pd ed ex vicepresidente della Giunta regionale del Lazio, Esterino Montino, insieme con molti dei consiglieri del Pd eletti nel Lazio. Con le varie impugnative si chiede l’annullamento dei verbali con i quali, dopo l’assegnazione di tutti i seggi previsti, sono stati attribuiti ulteriori seggi alla lista del neo presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, nelle circoscrizioni di Latina e Frosinone, nonché alla lista Pdl nella circoscrizione di Viterbo. Con ciò, aumentando da 70 a 73 il numero dei consiglieri regionali nel Lazio per assegnare alla coalizione che ha vinto le elezioni il premio di maggioranza (60% dei seggi) previsti dal cosiddetto Tatarellum.
«Basta parole, ora bisogna governare» ha commentato il capogruppo del Pdl in regione Franco Fiorito. «I giudici lavorino in pace: a noi spetta governare – ha aggiunto -. E’ necessario, oggi più che mai, svincolarsi dalla politica tribunalizia e dei ricorsi della sinistra ed avere ben chiaro che i cittadini ci hanno delegato a governare, e che governeremo indipendentemente dall’esito dei ricorsi e dalla loro durata. Abbiamo perso già troppo tempo a disquisire sulle fantasiose teorie giuridico-amministrative della sinistra: è giunto invece il momento di concentrarsi sui reali problemi della Regione e dei cittadini, mettere la Giunta nella pienezza dei poteri e far partire tutte le commissioni, dando profondi segnali di cambiamento nelle società e negli enti regionali».
Di tutt’altro parere il capogruppo Pd Esterino Montino: «La decisione del Tar conferma che purtroppo questo Consiglio regionale è nato sotto una cattiva stella – ha detto l’ex vicepresidente della Giunta Marrazzo -. E’ destinato a funzionare a ritmo ridotto e con riserva fino a settembre, con la possibilità che le decisioni eventualmente assunte possano essere inficiate dalla presenza di tre consiglieri di troppo. Dalla presentazione della liste in poi, gli impicci e le forzature del Pdl hanno condizionato questa legislatura a vivere sospesa alle decisioni del Tar per essere pienamente legittimata ad operare. E d’altra parte il Tribunale amministrativo non può sostituirsi al senso responsabilità dei consiglieri eletti. Infatti se ci fosse un atto di responsabilità da parte di tutti , la vicenda dei tre consiglieri potrebbe essere risolta in breve tempo. Sarebbe sufficiente che tutti i consiglieri e il presidente, si costituissero come parte interessata al procedimento ed il Tar scioglierebbe ogni dubbio nel giro di poche settimane. Noi siamo pronti e chiedo a tutti i gruppi di maggioranza e opposizione di aderire a questa proposta per ridare nel più breve tempo possibile pienezza operativa al Consiglio».
Differente la soluzione che propone Francesco Storace, de La Destra: «Il primo assalto alla maggioranza votata dagli elettori è fallito. Ma un’Istituzione – ha proseguito – non può restare in fibrillazione fino alla metà di settembre sempre che non ci siano ulteriori rinvii. Il Pd recuperi senso istituzionale, accetti definitivamente il responso della volontà popolare e ritiri il ricorso».