Da La Provincia Quotidiano del 9 giugno 2010
di cesidio vano
Nessuna possibilità di mediare con l’Unione Europea. L’Italia deve adeguarsi alla sentenza emessa dalla Corte di Giustizia comunitaria che prevede l’equiparazione dell’età pensionabile nel pubblico impiego tra uomini e donne. Per questo, dal 2012 le dipendenti statali e parastatali andranno in quiescenza a partire dal 65 anni di età. L’Italia, per problemi di ordine economico e organizzativo aveva provato ad applicare la misura in moto graduata e spalmata su più anni fino al 2018, ma l’Ue ha detto che non è possibile alcun ulteriore slittamento.
Il commissario europeo alla Giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza Viviane Reding, infatti, dopo l’incontro bilaterale con il ministro del lavoro Maurizio Sacconi, avvenuto l’altro ieri, ha ribadito che la nuova legge sull’età pensionabile delle donne nel pubblico impiego “deve entrare in vigore ed essere applicata entro il 2012”.
La commissaria ha sottolineato e ribadito che “tutti gli stati membri devono essere trattati in modo uguale”, quindi l’Italia deve adeguarsi alle pari opportunità per quanto riguarda l’età pensionabile. “Non c’è stato spazio per alcuna trattativa perché la commissaria Reding ha confermato la negazione della gradualità” dell’applicazione del provvedimento che l’Italia aveva stabilito per il 2018. Il Consiglio dei ministri prenderà una decisione questo giovedì. “Tengo a sottolineare che la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea non è in nessun modo trasferibile al settore privato” ha precisato il ministro Sacconi.