Da La Provincia Quotidiano del 7 giugno 2010
Oggi alle 16 si terrà l’assemblea dei sindaci per decidere la tariffa idrica per il 2010. Una riunione che si annuncia molto lunga e che si spera possa vedere mantenuto, fino alla fine, il numero legale. Le prime indiscrezioni, però, lasciano capire che non sarà possibile definire in quest’unica seduta tutta la vicenda.
Come ormai è noto, l’Acea Ato 5, società che gestisce il servizio idrico, chiede un aumento del costo dell’acqua in modo tale che le riscossioni coprano le spese di gestione. Dopo gli aumenti concessi nel 2007 all’Acea (poi annullati lo scorso aprile ed oggetto anche di un’indagine della procura), oggi la cosiddetta Tariffa reale media è di 0,94 euro a mc. Per la società gestrice dovrebbe essere di almeno 1,27 euro, altrimenti la Spa finirà in liquidazione.
Ma secondo i conti che la stessa Acea propone, la tariffa dovrebbe salire a 1,40-1,60 per rendere conveniente l’impresa. I dirigenti di Acea Ato5 hanno già fatto sapere che se non si troverà una soluzione capace di riequlibrare i bilanci della Spa (per i conti 2009 servirà già una prima ricapitalizzazione) l’azienda sarà chiusa.
Molti sindaci arriveranno in assemblea per sentire quali sono le proposte. Alcuni chiederanno di vedere i calcoli dai quali scaturiscono le varie valutazioni. Qualcuno chiederà anche perché è stato ritenuto buono l’attuale importo di 0,94 euro. L’orientamento di tutti, sia a destra che a sinistra, pare essere però quello di non decidere nulla per il momento, ma affidare l’incarico al presidente Antonello Iannarilli e ad un paio di sindaci di provare ulteriormente a trattare con Acea Ato 5. Sono in pochi ad auspicarsi veramente il fallimento della Spa ed un nuovo appalto (unica via percorribile secondo la legislazione attuale). Questo perché una nuova gara, a conti fatti, rischierebbe di chiudersi con una tariffa molto maggiore di quella che oggi richiede Acea. E poi perché la messa in liquidazione di Acea Ato 5 comporterebbe una serie di azioni legali a carico dei comuni, con le quali la Spa cercherà di rifarsi del danno che lamenta causatole dall’atteggiamento dei sindaci (aumento concesso e poi negato, fissazione di una tariffa – l’attuale – che non poggerebbe su motivazioni tecniche giuridiche, ritardi, ecc.) e si parla di centinaia di milioni di euro in ballo.
cesidio vano