Da La Provincia Quotidiano del 6 giugno 2010
di cesidio vano
Trovare un accordo complessivo che riesca a mettere assieme e risolvere le esigenze economico-finanziarie dell’Acea Ato 5 e dei comuni dell’Ato di Frosinone.
Ormai, la linea portata avanti tanto dai primi cittadini di centrosinistra che di centrodestra, pare essere proprio quella, bipartisan, di un’intesa con la società gestrice del servizio idrico integrato per chiudere, una volta per tutte, la partita e andare avanti. Un accordo globale che consideri e risolva anche i danni vantati dalle due parti: quella pubblica e quella privata. Ci sono però due ostacoli che si frappongono alla possibilità di un’intesa tra Ato 5 e Acea.
Uno è rappresentato dalle perdite con cui si chiude il bilancio 2009 della Spa che gestisce il servizio: circa 40 milioni di euro che azzerano il capitale sociale. Per evitare il fallimento, dunque, i soci di Acea Ato 5 Spa dovranno decidere, il prossimo 15 giugno quando si terrà l’assemblea per l’approvazione del bilancio, di ricapitalizzare la società. E non è affatto detto che i soci della Spa abbiano voglia di mettere mano al portafogli per evitare la messa in liquidazione.
Un altro ostacolo è rappresentato dalla richiesta di Acea Ato 5 ai sindaci di aumentare la tariffa idrica per il 2010, perché così come è fissata oggi, è insufficiente a coprire i costi di gestione e quindi mina gli equilibri di bilancio anche in questo esercizio finanziario. Per cui: senza la garanzia di un aumento, non avrebbe neanche alcun senso salvare oggi la società per poi ritrovarsi il prossimo anno con un nuovo debito milionario da tamponare. A chi converrebbe?
Domani, lunedì 7 giugno alle ore 16, presso il salone del palazzo provinciale, si riunirà, allora, l’assemblea dei sindaci ricadenti nell’Ato 5 guidata dal presidente della provincia Antonello Iannarilli. Toccherà a loro decidere quanto dovrà costare l’acqua nel 2010: se 0,94 euro a mc, come stabilito ad aprile, dopo aver annullato gli aumenti concessi nel 2007; se 1,27 euro a mc, come richiede Acea per coprire almeno le spese di gestione; o se sarà necessaria una differente tariffa che verrà fuori dalle valutazioni del caso. Del resto, già lo scorso maggio e di nuovo ieri, proprio i sindaci del centrosinistra, con una nota a firma del capogruppo provinciale del Pd Antonio Cinelli, hanno chiarito che qualsiasi tariffa sarà proposta all’assemblea dovrà scaturire dagli appositi calcoli delle varie componenti economiche che la legge impone. La tariffa, infatti e per semplificare, è data dalla somma degli investimenti effettuati dal gestore (che per legge debbono essere remunerati) e dai costi di gestione. Ma su questi importi pare non esserci chiarezza o accordo univoco tra le parti in ballo. Anzi il presidente Iannarilli contesta ad Acea di non versare il dovuto per i mutui contratti dai comuni e di mettere a rischio i contributi statali (100 milioni) per le opere idriche non stanziando la sua quota di compartecipazione.
Ieri, l’associazione di consumatori Codici ha contestato: l’operato della Sto (la segreteria tecnica dell’Ato), l’immobilismo politico e la scarsa conoscenza della materia da parte degli stessi amministratori. Mentre il coordinamento dei comitati per l’Acqua pubblica ha annunciato, propri in occasione della riunione di domani in Provincia, una manifestazione davanti al palazzo di piazza Gramsci per protestare contro ogni ipotesi di aumento della tariffa idrica.