Da La Provincia Quotidiano del 1 giugno 2010
di cesidio vano
«Abbiamo consegnato al Governo tutto quello che ci era stato richiesto». La governatrice del Lazio e commissiaria ad acta della sanità regionale, Renata Polverini, ha spiegato ieri, ultimo giorno utile, di aver rimesso al ministero dell’economia i decreti necessari a varare il piano di riordino della sanità nel Lazio. Dodici provvedimenti in tutto, «compreso il decreto sul riordino della rete ospedaliera» ha precisato Polverini, decreto che, fino a poco prima, si diceva, invece, non ancora predisposto. Alle 16.30 di ieri, la stessa presidente della Regione Lazio ha tenuto una conferenza stampa per illustrare (molto brevemente in realtà) il piano che porta la sua firma.
Gli atti sono ora la vaglio del Governo che dovrà dire se i provvedimenti presi sono sufficienti a contenere efficacemente la spesa sanitaria. Se i tagli operati attesteranno il rapporto tra posti letto e residenti al quattro per mille si potrà dire scongiurato un altro aumento (dopo quello subito negli anni passati) dell’Irpef (0,30 punti) e dell’Irap (0,15). In caso contrario, i contribuenti del Lazio subiranno un’altra stretta fiscale che li porterà ad essere i più “spremuti” d’Italia.
Nell’incontro con i giornalisti la governatrice ha illustrato il nuovo corso gestionale del settore sanitario. I 12 decreti sono stati strutturati, secondo le intenzioni della commissaria, per rendere adeguata e omogenea l’offerta sul territorio. Il piano prevede l’articolazione della regione in quattro macro aree che dovrebbero condurre, in breve tempo, alla riduzione delle Asl da 12 a 8. Una riduzione, come detto, graduale: il processo inizierà a ridosso dalla fine di giugno quando scadranno i contratti degli attuali manager, quelli nominati dalla giunta di centrosinistra. L’idea orientativa è quella di arrivare entro la fine dell’anno a due Asl a Roma, due nella provincia romana e una per ogni altra provincia del Lazio. In una fase successiva, invece, ci sarà l’internalizzazione di alcuni servizi mentre saranno subito presentate le prime quattro reti di assistenza specialistica, alle quali entro luglio se ne aggiungeranno altre sette. L’obiettivo finale, però, è quello di giungere, tra 3-4 anni, a una azienda sanitaria a Roma e una nella provincia romana e 4 nel resto del Lazio.
Il risparmio stimato, che questa complessa operazione dovrebbe generare, è di circa 30 milioni di euro. Le economie più consistenti, però, dovrebbero venire dalla gestione della mobilità del personale, l’accentramento delle risorse e degli acquisti.
Le quattro macro aree saranno totalmente autosufficienti. La Polverini ha spiegato anche detto che il piano interviene a correggere l’inappropriatezza delle prestazioni che attualmente la Regione Lazio offre e punta a rimettere al centro la salute dei cittadini.
Con tale metodologia organizzativa ogni cittadino della Regione Lazio – ha spiegato Polverini – avrà i servizi giusti nel proprio territorio. Tra le novità anche la centralizzazione degli acquisti da parte delle Asl con l’obiettivo dichiarato di recuperare gli sprechi. La governatrice si è detta “assolutamente convinta” che quanto presentato bloccherà il temuto aumento delle tasse per i cittadini laziali.
I “tagli” di posti letto ci saranno: la Polverini però si ostina a chiamarli “riconversioni”. Ne dovranno cadere tra i 2.500 ed i 3.000. Ma, secondo le rassicurazioni della neo-presidente non andranno persi: «Siamo in grado di riconvertire – ha detto precisando – circa 2.500 posti da acuti, quindi da ospedale, ad altre funzioni. E se lavoreremo bene punteremo a recuperare altri 3.000 posti letto». Il “taglio” dovrebbe riguardare mille e 500 letti per malati acuti dalle corsie degli ospedali; 900 per i pazienti bisognosi di riabilitazione e 600 per i malati cronici nei centri di lungodegenza.
Dieci, in tutto, gli ospedali da convertire in “presidi di prossimità” tra questi Ceccano e Gaeta. L’obbiettivo è sempre quello di assicurati 4 posti letto ogni mille abitanti.
«Non ci sarà nessun taglio delle strutture – ha spiegato a suo modo la Polverini – ma riconversioni. Si daranno ai cittadini dei servizi diversi, di cui si ha richiesta e intreverremo in modo importante anche sull’assistenza domiciliare. Il nostro è un piano innovativo e in linea con quanto affermato in campagna elettorale. Sono previsti interventi che andranno ad incidere sia sul pubblico, sia sul privato».
Attualmente sono 2.492 i posti letto che la Regione intende riconvertire negli ospedali, e di questi, duemila sono per acuti e già non operano più. A questi poi se ne potrebbero aggiungere altri tremila. «Per le Rsa mancano almeno cinquemila posti letto – ha sottolineato la Polverini -, abbiamo elaborato un piano per offrire risposte ai cittadini».
Alle Asl saranno poi imposti dei tetti di spesa. Il piano prevede che le aziende sanitarie locali dovranno comunicare alla regione con almeno due mesi d’anticipo la pubblicazione di bandi o altro. Inoltre, via ai controlli ed ispezioni nelle Asl: i decreti prevedono anche l’istituzione di un Nucleo Regionale per il Controllo Sanitario che affiancherà il compito del commissario.
Il ministero a cui è stato consegnato il piano probabilmente darà il suo parere entro qualche giorno. Nel corso della conferenza stampa, alla quale era presente anche il subcommissario Mario Morlacco, è stato spiegato inoltre che il disavanzo della Sanità nel Lazio è di un miliardo e 400 milioni di euro più altri 186 milioni non dichiarati e da addebitarsi alla precedente giunta, quella guidata da Marrazzo e Montino.