Regione, il piano sanitario pronto entro il 31 maggio


Da La Provincia Quotidiano del 26 maggio 2010

di cesidio vano
«Il piano di rientro sanitario della Regione Lazio sta andando avanti e sarà rispettata la data del 31 maggio». E’ quanto ha dichiarato ieri la governatrice Renata Polverini all’uscita dalla riunione a Palazzo Chigi tra Governo e presidenti di regione sulla manovra fiscale. «Le regioni – ha aggiunto la Polverini – vogliono fare la propria parte, in particolare nella lotta agli sprechi e ai costi della politica; non vogliamo però – ha concluso – che ci sia una penalizzazione dei servizi che le regioni devono offrire».
La manovra allo studio del governo, infatti coinvolge notevolmente le regioni, a cui vengono chiesti tagli per oltre 10 miliardi in due anni (2011 e 2012) ed anche comuni e province che dovranno risparmiare 1 miliardo e 100 milioni nel 2011 e 2 miliardi e 100 milioni nel 2012. La manovra insomma dovrebbe tagliare oltre 13 miliardi al mondo delle autonomie. Numeri che hanno messo in allarme i governatori tanto che il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani ha definito la manovra «insostenibile per le ricadute che avrà e per i servizi ai cittadini che le Regioni devono erogare». Anche per questo la presidente Polverini ha chiesto un tavolo di confronto con l’esecutivo.
I primi tagli che dovranno essere programmati restano, comunque, quelli alla sanità regionale. Entro il 31 maggio, come detto, la Polverini dovrà presentare il piano di rientro al Governo. Una prima sforbiciata annunciata è quella ai posti letto: ne cadranno in tutto il Lazio circa 3.000, la maggior parte dei quali saranno riconvertiti in Residenze per anziani non autosufficienti e malati cronici. Si stima poi che ci saranno circa diecimila dipendenti del comparto in esubero. ma la mannaia dei tagli colpirà anche i privati. Alle cliniche e ambulatori convenzionati toccherà rinunciare ad una percentuale tra il 2 ed il 10 degli attuali finanziamenti, già diminuiti dalla precedente giunta di centrosinistra.
Tagli alle strutture private che, non appena palesati, hanno già suscitato la reazione del sindacato di categoria Ursap-Federlazio (Unione regionale sanità privata). «La realtà della sanità del Lazio è molto complessa e non può assolutamente essere paragonata ai
modelli di Lombardia ed Emilia Romagna. Occorre un ‘modello Lazio’ che contempli le esigenze di tutti gli operatori senza discriminazioni ma al tempo stesso assicuri al cittadino una buona sanità rispettando i canoni della prevenzione e garantendo l’assistenza alla fascia debole della popolazione, come anziani, disabili e famiglie monoreddito» ha detto Claudia Tulimiero Melis, presidente di Ursap-Federlazio. La Polverini ha già convocato in regione le strutture di Medicina specialistica accreditata, per discutere sul da farsi. «Con ulteriori tagli ai finanziamenti – ha detto, però Tulimiero Melis – si rischia di fallire ancora una volta nel piano di rientro penalizzando gli operatori del settore già in difficoltà per le tariffe ferme al 1991 e 1996».
Le “trattative” con la strutture private sono già in atto dall’altro ieri: la Polverini ha incontrato lunedì il direttore generale dell’Agenzia di sanità pubblica (Asp), Gabriella Guasticchi, il sub commissario Mario Morlacco e Andrea Urbani; ieri ha incontrato i rappresentanti della sanità privata (Aiop, Aris, Federlazio e Confindustria). E all’orizzonte potrebbero arrivare anche i ticket che il governo Berlusconi potrebbe inserire nella manovra finanziaria. Dal Pd, per bocca del senatore Lucio D’Ubaldo arriva l’auspicio per un’apertura di dialogo tra maggioranza e opposizione: «Mettere mano alla crisi della sanità è un’impresa ardua – sottolinea -. Bisogna amputare un’offerta di servizi abbondante e dispendiosa. Ma chi è in grado, in termini politici, di guidare un’operazione tanto complessa e delicata specie nella fase attuale di crisi? Serve una tregua».

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