Da La Provincia Quotidiano del 22 maggio 2010
di Cesidio Vano
L’Acea Ato 5 Spa ha fatto sapere che se la tariffa idrica per il 2010 (gestione 2009) resterà quella fissata dall’assemblea dei sindaci lo scorso aprile, la società chiuderà il proprio bilancio con forti perdite e sarà costretta alla messa in liquidazione. E’ questo lo scenario di cui si è discusso ieri sera nel corso della riunione della consulta dei sindaci dell’Ato5 (San Donato V.C., Sora, Ceccano, Alatri, San Giorgio a Liri, Rocca d’Arce – assente – e Alvito), convocata per le 18 dal presidente della provincia Antonello Iannarilli.
Lo scorso aprile, infatti, dopo che a dicembre l’assemblea dei sindaci aveva annullato gli aumenti tariffari riconosciuti ad Acea Ato5 nel 2007, i primi cittadini avevano riportato i costi dell’acqua per l’esercizio 2009 a quelli che erano nel 2005 (circa 98 centesimi a mc d’acqua) cancellando la tariffa “corretta” (circa 1,20 euro a mc) a seguito del riconoscimento alla società gestrice di maggiori costi affrontati rispetto a quelli previsti e preventivabili stando al bando di aggiudicazione. Un taglio alle bollette, subito contestato e ora oggetto di un ricorso al Tar da parte dell’Acea Ato5, che però resta vigente e che porta in rosso i conti della società gestrice del servizio. Perdite stimate in una ventina di milioni di euro, che costringerebbero, codice civile alla mano, la Spa a portare i libri in tribunale.
Un’eventualità che potrebbe concretizzarsi il prossimo 15 giugno, data entro cui l’Acea Ato5 è chiamata ad approvare il bilancio. A quel punto la società, come ha già anticipato nel suo ricorso al Tar contro il taglio dell’aumento, potrebbe avviare una serie di azioni legali contro i comuni, per vedersi indennizzata dei danni subiti e si parla di oltre un centinaio di milioni d’euro che peserebbero, in caso di accertata responsabilità, sulle casse degli 88 comuni ricadenti nell’Ato5, cioè, alla fine, dei cittadini.
Se la società sarà messa in liquidazione, dovrà comunque garantire per 18 mesi la gestione ordinaria del servizio idrico integrato. Negli stessi 18 mesi, l’Ato5 dovrebbe procedere ad un ulteriore appalto per assegnare il servizio ad un nuovo soggetto gestore. In questo caso, la tariffa idrica cambierebbe nuovamente, secondo i parametri fissati per la nuova gara. E, con ogni certezza, sarebbe sicuramente più alta di quella vigente oggi e ritenuta insufficiente per garantire la solidità di bilancio dall’Acea.
Un rompicapo davanti al quale la Consulta dei sindaci non ha trovato soluzioni ed ha deciso di convocare l’assemblea dei primi cittadini interessati affinché prendano atto della situazione e decidano il da farsi. La riunione dovrebbe tenersi il prossimo 7 giugno. Ieri sera, nel corso dell’incontro tra i componenti della Consulta si è comunque detto di dover trovare una strada che tuteli prima di tutto gli interessi dei cittadini. E tra questi deve esserci anche la corretta valutazione di future condanne per danni che peserebbero sulle comunità locali. Per questo, una delle ipotesi indicate, e che ora dovrà essere valutata da tutti i sindaci, è stata quella di fissare per il 2010 una nuova tariffa idrica “provvisoria” maggiore di quella richiamata ad aprile ma pur sempre inferiore degli aumenti concessi tre anni fa. Una tariffa, però, capace di non mandare a zampe all’aria i conti ed il bilancio di Acea Ato5. Questa misura consentirebbe, quantomeno, di guadagnare altro tempo e vedere, ad esempio, cosa il Tar stabilirà per gli aumenti idrici cancellati. L’udienza a riguardo, infatti, è fissata per il prossimo 22 luglio. Un giudizio a favore di Acea porrebbe soluzione alla vicenda, diversamente l’operato dei sindaci sarebbe comunque supportato e “tutelato” da un primo pronunciamento giudiziario.