Da La Provincia Quotidiano dell’8 aprile 2010
Che le domeniche ecologiche siano state un bluff l’abbiamo già scritto e riscritto: scarsi controlli, nessun “incentivo” e auto che girano tranquillamente in città. Per non parlare poi delle misure infrasettimanali che avrebbero voluto – solo sulla carta sembra – il centro del capoluogo vietato ai veicoli più inquinanti dalle 9 alle 12,30 di lunedì, mercoledì e venerdì. Così capita che Frosinone ha già collezionato, nei primi 3 mesi del 2010, ben 57 giornate di superamento dei limiti di concentrazione delle Pm10, le cosiddette polveri sottili, nell’aria. La legge non consente più di 35 giorni di sforamento all’anno ed ecco, allora, che è quasi record nazionale: a “soffiarci” il primo posto è Torino che di sforamenti ne ha inanellati 59 ma che è anche una realtà completamente diversa. I dati dei rilevamenti sulla qualità dell’aria che sono diffusi dall’Arpa Lazio, l’agenzia regionale per l’ambiente, fanno facilmente prevedere – se non si prenderanno (e faranno rispettare) contromisure serie, efficaci e capaci veramente di arginare la situazione – che il 2010 sarà per il capoluogo un altro anno da primati. Nel 2009, la città di Frosinone è stata la peggiore del Lazio con 122 giornate di superamento dei limiti, trascinando la provincia ciociara al secondo posto regionale tra le più inquinate (la prima era Roma). Giusto un anno fa, erano stati 63 i giorni di superamento nei primi 3 mesi registrati a Frosinone. Dopo un anno la situazione è sostanzialmente la stessa e le premesse per fare peggio ci sono tutte. Ieri, a lanciare l’allarme sono stati il Treno Verde di Legambiente e Ferrovie dello Stato: «Nei primi tre mesi dell’anno – hanno detto – è Torino la città che registra il maggior numero di superamenti di polveri sottili consentiti per legge, aggiudicandosi con 59 sforamenti il triste primato italiano. Seguono Frosinone, con 57 superamenti, e Padova con 56 giorni di sforamento». Un male, quello della pessima qualità dell’aria, che colpisce, secondo i dati di Legambiente il 35% degli 88 capoluoghi di provincia monitorati in cui «il limite medio giornaliero di polveri sottili consentito per legge (50 microgrammi su metro cubo da non superare per oltre 35 giorni all’anno) è già stato raggiunto». Non sono entusiasmanti, in Ciociaria, neanche i dati relativi agli altri centri monitorizzati (Ceccano, Ferentino, Alatri, Anagni, Fontechiari e Cassino). Relativamente ai rilevamenti delle Pm10 (disponibile solo negli ultimi 3 comuni detti) la situazione rappresentata nell’ultima rilevazione pubblicata dall’Arpa Lazio (il 6 aprile) è la seguente: Ad Anagni, dall’inizio dell’anno i giorni superamento registrati sono stati finora 12; a Fontechiari uno; a Cassino 24. «Frosinone si conferma purtroppo una delle città più inquinate di Italia, guadagnando, con i suoi 57 sforamenti, il secondo posto nel Paese per il maggior numero di superamenti del limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo di polveri sottili fissato dalla legge – commentano da Legambiente -. I dati confermano che in diverse grandi città del Lazio l’aria è fuorilegge un giorno ogni due, tre o quattro al massimo, una situazione che desta grande preoccupazione per le gravi ripercussioni sulla salute umana e che va riportata sotto controllo con interventi seri e determinati – ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio -. Frosinone è addirittura una delle città italiane più assediate dallo smog, ma l’inquinamento da polveri sottili non salva purtroppo Roma né Colleferro né Cassino o Ciampino».