Da La Provincia Quotidiano del 6 aprile 2016
di Cesidio Vano
Tre ‘saggi’ stanno valutando la correttezza del metodo di calcolo delle tariffe idriche applicato dai gestori negli anni 2012 e 2013.
Si tratta dei consulenti tecnici d’ufficio nominati dal Consiglio di Stato davanti al quale sono pendenti due impugnative, presentate da associazioni di tutela dei consumatori e da comitati per l’acqua pubblica, con cui si chiede la riforma di altrettante sentenze emesse dal Tar della Lombardia, sezione di Milano, e con le quali sono stati rigettati i ricorsi contro il metodo transitorio di calcolo delle tariffe idriche stabilito dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il servizio idrico (Aeegsi) nel 2012. Ma il pronunciamento avrà ricadute anche sulle tariffe pe rgli nani successivi.
La questione posta da comitati per l’acqua pubblica e associazioni dei consumatori è relativa al fatto che, con il riconoscimento dei cosiddetti “oneri finanziari”, sarebbe stato reintrodotto nelle formule di calcolo qualcosa di molto simile alla “remunerazione del capitale” che, come noto, è stata abrogata con uno dei referendum sull’acqua del 2011.
In primo grado, il Tar della Lombardia – competente sugli atti dell’Aeegsi poiché questa ha sede a Milano – ha ritenuto non fondate le argomentazioni dei ricorrenti che si sono rivolti, quindi, al giudice amministrativo d’appello, formulando precise questioni sul punto.
Il Consiglio di Stato, ad ottobre dello scorso anno, ha disposto allora la nomina di tre consulenti (docenti universitari della Sapienza, della Luiss e dell’Università di Roma “Tor Vergata”) affinché forniscano risposte a precise domande finalizzate a capire se, secondo criteri tecnico-scientifici, le voci relative ai costi finanziari, agli oneri fiscali ed ai fattori di rischio del capitale, si limitino correttamente – secondo il principio del cosiddetto full cost recovery – a ricomprendere in bolletta tutti i costi del servizio o vadano invece oltre, generando un profitto che possa essere considerato – come accusano i ricorrenti – molto simile alla remunerazione del capitale, che – si è già detto – con l’apposito referendum è stata vietata.
I lavoro dei consulenti doveva essere concluso già lo scorso marzo, ma la complessità della materia ha già prodotto una prima proroga dei termini che ha fatto slittare la discussione della causa all’ultimo trimestre del 2016.
Forse, salvo altri imprevisti, per fine anno si saprà se le tariffe idriche con cui abbiamo pagato e stiamo pagando l’acqua che consumiamo siano legittime o meno. E se i vari gestori debbano o non debbano restituire le somme (ed in tal caso in che misura restituirle) caricate sulle bollette per oneri e costi finanziari.