Terremoto Tar in Regione: Di Stefano fuori dal Consiglio


Da La Provincia Quotidiano del 17 settembre 2010

Tre consiglieri in meno per la governatrice Renata Polverini, tre consiglieri in meno per il Centrodestra, tre consiglieri in meno per le province di Frosinone, Latina e Viterbo.
I giudici amministrativi “tagliano” tre seggi del Consiglio regionale. Fuori dall’aula della Pisana gli onorevoli Enzo Di Stefano (capogruppo Lista Polverini – FR), Giancarlo Gabbianelli (Pdl – VT) e Gianfranco Sciscione (Lista Polverini – LT). Per i giudici l’Assise del Lazio deve essere composta – come prevede lo Statuto – da 70 consiglieri e non da 73 quanti, invece, erano stati proclamati dopo le elezioni dello scorso marzo, per consentire al centrodestra che ha vinto la competizione di giovarsi del premio di maggioranza del 60% previsto dalla cosiddetta legge “Tatarellum”.
Ieri sera, i togati della II Sezione bis del Tar del Lazio, presieduta da Eduardo Pugliese, hanno accolto i ricorsi proposti da Movimento per la difesa del Cittadino e dal consigliere del Pd ed ex vice presidente della Giunta Marrazzo, Esterino Montino, insieme con molti dei consiglieri del Pd eletti, che appunto chiedevano l’annullamento dei verbali con i quali, dopo l’assegnazione di tutti i seggi previsti, sono stati attribuiti ulteriori seggi nelle circoscrizioni delle tre province, aumentando così il numero dei consiglieri regionali. Con la loro sentenza – che sarà formalmente depositata oggi – i giudici hanno stabilito, come detto, che i tre seggi che dovranno essere annullati debbano essere quelli di Di Stefano, Gabbianelli e Sciscione.

Di Stefano annuncia ricorso
«E’ soprattutto un grave danno per il territorio». L’onorevole Di Stefano commenta così la decisione del Tar. «Una sentenza che penalizza Frosinone, Viterbo e Latina ma che premia Roma dove restano eletti 3 consiglieri in più e tutti d’opposizione tra l’altro». Il Tar del Lazio, infatti, ha ritenuto di dover far prevalere la norma statutaria che fissa a 70 i consiglieri della regione, ma non avrebbe considerato i decreti del presidente della regione che stabiliscono il numero di rappresentanti che necessariamente ogni provincia dovrebbe eleggere. Questi sono 5 per Frosinone, divenuti ora 4 con la decadenza di Di Stefano. Per Roma il numero è fissato a 41 ma gli eletti sono stati 44, tre in più che resterebbero tutti al loro posto. «Inoltre, la sentenza del Tar – sottolinea l’onorevole Di Stefano – non ritiene neanche debba applicarsi il premio di maggioranza stabilito dal Tatarellum all’interno dei 70 componenti (come invece si sarebbe fatto per il caso simile della Puglia, ndr)». Di Stefano, comunque, resta sereno: «Attendiamo di leggere il dispositivo e di conoscere le motivazioni della decisione. Poi valuteremo il da farsi ma è già certo che ricorrerò al Consiglio di Stato per chiedere la sospensiva della sentenza. Entro fine settimana dovrebbero notificarmi gli atti». E un ricorso immediato ai giudici amministrativi d’appello è stato annunciato anche dal Pdl «con la richiesta di sospensione immediata del dispositivo delle sentenze emesse oggi dal Tar capitolino». Per Di Stefano, comunque, all’orizzonte ci sarebbe già un incarico-paracadute: la presidenza dell’Ater di Frosinone.

Anche Fabio Forte si è rivolto al Tar
Sulla composizione del Consiglio regionale – se non per l’aspetto numerico, per quello distributivo dei seggi – il Tar del Lazio dovrà tornare a decidere il prossimo ottobre. Infatti, un nuovo ricorso è stato presentato dal sindaco di Arpino e candidato consigliere non eletto Fabio Forte (Udc). «Nel mio ricorso – ha spiegato Forte che ha raccolto oltre 9000 preferenze – io rivendico il 5° seggio per la provincia di Frosinone e contesto uno dei 3 seggi andati in più alla provincia di Roma». Sulla sentenza di ieri del Tar, invece, commenta: «Abbiamo perso un rappresentante del territorio – dice riferendosi a Enzo Di Stefano ed all’area del sorano e delle Valli del Liri e di Comino – queste zone ora non hanno più un loro riferimento alla regione e già non l’avevano in parlamento». Solo un piccolo entusiasmo: «Questa sentenza ha almeno il valore di rafforzare il mio ricorso al Tar». Vedremo ad ottobre.

In regione maggioranza garantita dall’Udc
Con la decisione del Tar del Lazio di riportare il numero dei consiglieri a 70, come previsto dallo Statuto regionale, lo schieramento di centrodestra (formato da Pdl, Mpa e La Destra) passa da 38 a 35 consiglieri mentre l’opposizione conta 29 consiglieri. A fare la differenza sono i 6 consiglieri dell’Udc, con cui lo scorso luglio la Polverini ha stretto un’alleanza politica che ha portato a 41 i voti su cui contare in aula. In cambio ai rappresentanti dell’Unione di centro il Pdl ha dovuto cedere al vicepresidenza e l’assessorato all’Urbanistica.

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