Da La Provincia Quotidiano del 15 giugno 2010
di cesidio vano
Amministrazioni comunali, enti territoriali, province. La manovra fiscale affila la lama della mannaia per tagliare, negli enti locali, gettoni ed indennità. I sacrifici per adesso riguardano sindaci, assessori, consiglieri ed amministratori vari (comunità montane, ato, consorzi, ecc.) ma “graziati” parlamentari e consiglieri regionali. Almeno per il momento.
Scompare qualsiasi “prebenda” per gli enti territoriali e viene posto un limite ai doppi incarichi (bisognerà scegliere una delle due indennità) tra eletti al parlamento e negli enti locali.
COMUNI E PROVINCE
La manovra propone una sforbiciata, ai costi della politica nei comuni e nelle province, progressiva rispetto alla grandezza demografica degli enti. I comuni più piccoli, quelli al di sotto dei 1000 abitanti, non vengono toccati. I comuni più grandi (quelli cioè sopra i 250 mila e province sopra il milione di abitanti) dovranno tagliare, invece, le indennità del 10% ; per i centri da mille a 15 mila abitanti e per le province fino a 500 mila la limatura, invece, è del 3%; tutti gli altri dovranno tagliare del 7%. A chiedere “risparmi” progressivi erano stati proprio i rappresentanti degli enti locali in occasione delle audizioni con il Governo.
Un’altra novità è quella che riguarda i consiglieri di comuni e province. Scompare il gettone di presenza alle sedute che viene sostituito da un’indennità non superiore al 20% di quella del sindaco (nei comuni) o del presidente (nelle province). Questa possibilità era già data in passato, come alternativa a quella dei gettoni di presenza, ma aveva un limite più alto: il 33% delle indennità del capo dell’amministrazione. Negli enti più piccoli la modifica potrebbe anche portare ad un maggior esborso per le nuove indennità mensili ai componenti del consiglio, rispetto ai gettoni che venivano pagati in passato solo se si erano tenute sedute di consiglio o commissione.
ENTI TERRITORIALI
La manovra azzera completamente, invece, indennità e gettoni di presenza in tutti gli enti locali che non siano quelli previsti dalla Carta costituzionale (comuni e province, appunto, ma anche regioni e città metropolitane). Quindi niente più gettoni o indennità per Comunità montane, unioni di comuni, ambiti territoriali, consorzi e quant’altri enti nati o che nasceranno per la gestione dei svariati servizi.
MUNICIPI E CIRCOSCRIZIONI
Nessun gettone, inoltre, nemmeno per le strutture decentrate come municipi o circoscrizioni.
IL GIALLO DEL 10%
Le norme proposte in materia, poi, prevedono un altro taglio del 10% per «indennità, compensi, gettoni e altre utilità comunque denominate», corrisposte dalle amministrazioni pubbliche» e resta da capire se questa ulteriore sforbiciata riguardi ancora le indennità degli amministratori comunali e provinciali già diminuite come detto sopra. La volontà del legislatore sarebbe quella di colpire con tale ulteriore taglio le indennità percepite dagli amministratori delle società partecipate dagli enti locali, ma come è proposta, parrebbe colpire invece indiscriminatamente tutti. Ad ogni modo, tale risparmio del 10% riguarderà i componenti degli organo di revisione contabile e del nucleo di valutazione.
ADDIO DOPPIE POLTRONE
L’ultimo comma dell’art. 5 del decreto approvato dal governo recita: «chi è eletto o nominato in organi appartenenti a diversi livelli di governo non può comunque ricevere più di una indennità di funzione». Al diretto interessato spetta la scelta su quale indennità sacrificare. Il divieto si abbatte quindi su parlamentari che facciano anche parte di organi elettivi comunali o provinciali.