Da La Provincia Quotidiano del 16 febbraio 2011
Sulle vicende della tariffa idrica, della risoluzione contrattuale e l’adeguamento del piano tariffario pluriennale, la Consulta d’Ambito dell’Ato 5 continua a prendere (o “perdere” secondo altri) tempo.
Lunedì mattina si è tenuta l’annunciata seduta dell’organismo consultivo dell’Ambito territoriale ottimale composto dal presidente Antonello Iannarili e da sette sindaci eletti dall’assemblea. Ai primi cittadini è stata consegnata la relazione richiesta alla Sto (la Segreteria tecnico operativa dell’Ato) nella precedente seduta e relativa alla situazione di stallo ingeneratasi nella gestione del servizio idrico in provincia di Frosinone e con il gestore medesimo, l’Acea Ato5 Spa. Ai sindaci espressione del centrosinistra era stato anche chiesto dal presidente Iannarilli l’indicazione di due professionisti di loro fiducia da affiancare a quelli già nominati dal presidente al fine di avere un “parere pro veritate” su da farsi con Acea. Nomi, però, non se ne sono fatti. I sindaci interessati intendono prima studiarsi la relazione della Sto e poi decidere. La seduta è stata aggiornata a lunedì prossimo 21 febbraio.
La relazione della Sto
Il documento sottoscritto dai dirigenti della segretaria operativa riempie sette pagine e dà conto di questioni espressamente sottoposte alla Sto dalla Consulta. Le conclusioni si riassumono con due proposte alternative: avviare la rescissione del contratto di gestione del servizio idrico con Acea Ato 5 o adeguare la tariffa alle indicazioni della Conviri, la commissione nazionale di vigilanza delle risorse idriche che ritiene doversi applicare, fino a revisione (ordinaria o straordinaria del piano) gli importi previsti nella vigente pianificazione tariffaria. Per il 2011, secondo questo orientamento, il costo dell’acqua dovrebbe essere fissato in 1,30 euro a mc (adeguamento Istat compreso). A queste due opzioni, però, la Sto fa delle premesse. Da una parte, prima di avviare qualsiasi procedura legale o di risoluzione del contratto, ritiene indispensabile acquisire pareri tecnici e legali che confortino la scelta tranquillizzando, pur nell’incertezza del giudizio, i sindaci sulle responsabilità che si assumono; dall’altra, se si applicherà la tariffa indicata dalla Conviri, va chiarito che – come la stessa commissione dice – il gestore dovrà restituire le quote di ammortamento e remunerazione indebitamente riscosse rispetto agli investimenti effettuati realmente. Resta comunque fermo l’invito da parte della Sto ad avviare la procedura per rivedere il piano d’ambito.
A tal proposito, la segreteria nella relazione evidenzia come tale procedura preveda una parte attiva e fondamentale del gestore che, invece, sostiene come tale compito sia esclusivo compito dell’Ato.
I canoni concessori
La relazione della Sto rivela anche che già nel settembre 2010 il presidente Iannarilli aveva richiesto l’escussione della polizza fideiussoria data in garanzia da Acea per far fronte al mancato pagamento dei canoni concessori dovuti dal gestore ai Comuni per l’utilizzo delle reti idriche. La procedura, però, avviata il giorno prima della scadenza della polizza è stata ritenuta dall’istituto che aveva emesso la garanzia non eseguibile. Lo stesso istituto, con l’invio del rinnovo della stessa garanzia, ha invitato l’Ato, eventualmente, a reiterare le richiesta di escussione. Finora, però, non si è proceduto più in tal senso.
Tariffe ballerine
Da 0,84 euro a mc a 1,21 euro a mc, ma anche 0,95. Sono diverse le consulenze chieste dall’Ato affinché si calcolasse la tariffa idrica da applicare per il 2010 e tutte realizzate dagli stessi professionisti che, però, nei vari documenti giungono a conclusioni differenti. In una prima relazione dell’ottobre 2010 la tariffa calcolata è di 0,95 euro a mc ma poi – applicando l’indicazione della Conviri – la conclusione è che deve essere 1,21 (la Sto, però, contesta anche che si sono errate le rivalutazioni Istat ed in realtà i valori debbono essere 0,98 e 1,25). In una seconda relazione redatta a settembre 2010 – ma presentata però dopo quella datata ottobre – gli stessi tecnici concludono che la tariffa 2010 deve essere 0,84 (non computano però l’inflazione Istat che porta il valore a 0,98).
Aspettando il Tar
Tanti numeri e poca chiarezza. Per questo, forse, la Consulta continua a prendere tempo. Il prossimo 24 febbraio, infatti, a fare chiarezza potrebbe essere il Tar di Roma che è chiamato a pronunciarsi sul ricorso che Acea ha proposto contro la decisione dell’Assemblea dei sindaci di cancellare gli aumenti tariffari raggiunti con la transazione chiusa nel 2007. Se i giudici dovessero riconoscere legittime le pretese del gestore, le tariffe da applicare tornerebbero quelle fissate in tale occasione.