Fini «Berlusconi si dimetta!», le reazioni in Ciociaria


Da La Provincia Quotidiano dell’8 novembre 2010

La crisi è ormai conclamata. Non è ancora quella del governo, non è proprio quella del centrodestra ma è sicuramente quella della maggioranza che guida il Paese. Dopo il discorso di ieri a Bastia Umbria di Gianfranco Fini, leader di Futuro e Libertà e presidente della Camera dei deputati, a conclusione della convention fondativa del nuovo movimento di centrodestra, non ci sono poi molte alternative.
Gianfranco Fini ha in sostanza chiesto al presidente Silvio Berlusconi di rassegnare le dimissioni per aprire formalmente una nuova fase e riscrivere l’agenda programmatica del governo. Se così non sarà la delegazione di Fli (ministri e sottosegretari che hanno rimesso le loro dimissioni nelle mani dello stesso Fini) abbandonerà il governo. «Non vogliamo le elezioni – ha aggiunto Fini – ma non ci spaventano». Il Premier non parla ufficialmente, ma i più stretti collaboratori riferiscono la sua linea: nessuna intenzione di dimettersi. Se Fini vuole la crisi, abbia il coraggio di venire in Parlamento e votare la sfiducia. La rottura sembra quindi più che consumata. L’attuale maggioranza non esiste più.
In Ciociaria, le reazioni degli esponenti del centrodestra al discorso di Fini non si fanno attendere.

Mario Abbruzzese
Il presidente del Consiglio regionale Mario Abbruzzese si schiera a fianco del presidente Silvio Berlusconi. «Io dico solo che bene fa il presidente Berlusconi a non pensare minimamente alle dimissioni. Bene fa a stanare il vero gioco di Futuro e libertà ed a chiedere a Fini ed ai suoi parlamentari di avere il coraggio di sfiduciare il governo in Parlamento, assumendosi tutte le responsabilità che conseguono da un tale gesto. Fini – ha aggiunto Abbruzzese – sbaglia a chiedere le dimissioni del capo del Governo. Se vuole la crisi, abbia la responsabilità di staccare la spina all’esecutivo. Ed una cosa sento di aggiungere per fare massima chiarezza – dice ancora il presidente del consiglio regionale del Lazio -: qualora cadesse il Governo, l’unica alternativa possibile è quella di tornare al voto. Ridare la parola ai cittadini e non pensare, nemmeno per un istante, ad un governo tecnico perché è stato il popolo a scegliere questa maggioranza e questo presidente del consiglio e deve essere il popolo, eventualmente, a decretare con il voto che il Paese abbia un governo diverso ed un maggioranza diversa. Insomma – sintetizza ulteriormente il suo pensiero Abbruzzese – ‘no’ a qualsiasi papocchio ma se non ci sarà più questa maggioranza si torni al voto».

Oreste Tofani
Cerca di guardare più agli aspetti che uniscono e che possono trovare accoglimento nel centrodestra che a quelli detonanti il senatore Oreste Tofani. Il parlamentare di Alatri conferma il suo sostegno ed appoggio al Governo e si sofferma su queste riflessioni: «Ritengo che taluni temi toccati da Fini nel suo discorso, al di là delle polemiche e degli affondi che sono necessari in un comizio, riguardano il programma del Governo. Nessuno nega che ci sia la necessità di fare meglio, io però credo che se si danno indicazioni per riscrivere l’agenda dell’esecutivo è anche opportuno indicare come riscriverla e con quali risorse». Per Tofani però qualsiasi rivisitazione del Governo o della maggioranza non deve passare per una crisi. «Per quel che riguarda poi le la richiesta di dimissioni, cioè l’apertura formale di una crisi di governo, credo che non debba né possa essere accettata. Colgo che c’è la responsabilità a guidare il Paese da parte di chi ha vinto le elezioni: il pdl ed anche il cofondatore Fini, bisogna capire però se nei contenuti di quello che si vuole fare vi sia accordo o dissenso. Dal discorso di Fini mi è sembrato di capire – ha aggiunto Tofani – che un rimescolamento del Governo possa vedere anche l’ingresso dell’Udc. Io non vedo preclusione, ma questo non può essere lagato, subordinato, all’apertura di una fase di crisi – torna a ribadire -. Ben venga il rafforzamento della maggioranza, un momento di responsabilità nazionale, ma pretendere, per fare questo, le dimissioni di Berlusconi è qualcosa di pretestuoso. Una crisi di Governo – aggiunge il senatore del Pdl – in questo momento non credo faccia bene a nessuno sia a livello nazionale che internazionale per i riflessi inevitabili sull’economia. Quindi – conclude Tofani – vedo in positivo la richiesta di rafforzamento della maggioranza che lo stesso Berlusconi non ha mai negato. Se poi, Fini vuole la crisi, allora ha già lo strumento per ottenerla: voti in Parlamento la sfiducia al Governo e se ne assuma tutte le conseguenze».

Alessandro Foglietta
Sta incondizionatamente dalla parte di Fini il sindaco di Supino ed ex parlamentare europeo di An Alessandro Foglietta che ha aderito già da tempo al nuovo movimento Futuro e Libertà annunciando la nascita in Ciociaria di 100 circoli di Fli in 100 giorni: «Quello di Gianfranco Fini è stato un intervento di alto livello – ha detto Foglietta -. A Berlusconi ha chiesto chiarezza e credo che Fini ne abbia fatta fin troppo. E’ stato detto chiaro e tondo che i 5 punti sottoscritti per il governo del Paese non sono né debbono essere solo un libro dei sogni ma qualcosa che si concretizzi nei vari settori interessati: lavoro, occupazione, giustizia, ecc. Se vogliamo veramente ripartire, rilanciare l’azione dell’esecutivo e proseguire l’esperienza di questa maggioranza – ha concluso Foglietta – è giusto che Berlusconi si dimetta, apra una crisi formale, e si confronti con gli alleati su come e su cosa ripartire per ridare slancio al Paese».

 

Renata Polverini: «Così le elezioni appaiono sempre più vicine»

«Fini ha una forza ormai in Parlamento: se non è più convinto di sostenere questo governo, il passaggio è in quel luogo». E’ stato questo il commento del presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, al discorso di Gianfranco Fini alla convetion di Futuro e libertà a Bastia Umbra.
«Mi pare che le dimissioni – ha proseguito – si chiedano in Parlamento. C’è una forza politica che, come ci auguriamo, può continuare a sostenere il governo oppure non confermargli la fiducia che gli è stata data, peraltro, solo qualche settimana fa. Speriamo prevalga l’interesse generale, che ci si renda conto che stiamo ancora nella crisi, dalla quale faticosamente stiamo uscendo, e c’è un governo che ha avuto la legittimazione del voto del popolo italiano, e sono stati tutti eletti nella coalizione di centrodestra. Spero quindi – ha concluso Polverini – si possa trovare il modo per andare avanti anche se oggi appare molto più difficile di ieri». Ai giornalisti che chiedevano se questa legislatura avrà vita lunga, la Polverini ha risposto: «Ce lo auguriamo tutti, però le cose dette oggi dal presidente Fini e dagli esponenti di governo di Fli fanno vedere le elezioni più vicine». «Sono preoccupata – ha aggiunto – perché credo che in questo momento non serva una crisi, non serva perdere almeno sei mesi per andare a votare, anche perché quando si è votato – ha concluso – questa coalizione ha avuto una forza importante, la più importante delle ultime legislature, e il suo programma sta avendo una realizzazione».

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