Il Coordinamento per l’Acqua Pubblica: «La tariffa idrica? In provincia di Frosinone dovrebbe essere di 0,84 euro a metro cubo!»


Da La Provincia Quotidiano del 18 luglio 2010

«La tariffa idrica? In provincia di Frosinone dovrebbe essere di 0,84 euro a metro cubo!». Parola del Coordinamento provinciale Acqua Pubblica che ieri mattina ha tenuto una conferenza stampa per illustrare le “vere tariffe” che, dal 2003 al 2010, si sarebbero dovute applicare – a loro dire – al servizio idrico integrato. Tariffe calcolate secondo legge e dati forniti dalla stessa Acea Ato 5 alla mano.
I coordinatori del comitato, Severo Lutrario, Mario Antonellis e Fulvio Pica, hanno preso carta e matita e rifatto i conti, attenendosi scupolosamente alla normativa e come, finora, pare non siano riuscite a fare in modo concorde Autorità d’ambito, segreteria tecnica operativa e società gestrice.
Un lavoro sicuramente complesso fatto da Cocida e Coordinamento a partire dagli importi contenuti nel bando di gara, dall’offerta di Acea, dai correttivi previsti come variazioni Istat e coefficienti vari e dai nomi improbabili (Mall, Qual, Tan, ecc.), per giungere, alla fine, a determinare una Tariffa reale media (Trm) pari, per il 2010, a 0,8384 euro a mc d’acqua consumata: meno di quella provvisoria accordata dai sindaci (0,94 euro/mc) e molto meno di quella che vorrebbe l’Acea (1,27 euro/mc).
La Trm, però, non è la tariffa che i cittadini trovano in bolletta: è il valore che serve a calcolare i ricavi ammessi per il gestore. La tariffa reale media è, in sintesi, il rapporto tra i costi (operativi, di ammortamento e la remunerazione del capitale) e il volume totale dell’acqua erogata.
In bolletta, invece, i cittadini trovano applicata la cosiddetta tariffa media ponderata (Tmp), formata da una serie di voci (l’articolazione tariffaria) in funzione delle fasce di consumo, tipologia di utenze, ecc., che dovrebbe condurre il gestore ad ottenere ricavi pari a quelli previsti tramite l’indice rappresentato dalla tariffa reale media.
Il dossier illustrato ieri alla stampa sarà ora consegnato anche al presidente dell’Ato 5, Antonello Iannarilli.
Inoltre, il coordinamento ha anche fatto una stima di quanto – a proprio dire – il gestore avrebbe finora incassato in più e dovrebbe ora restituire agli utenti. Somme milionarie che oscillerebbero (in base alla media di consumo annuo avuto) tra i 144 e i 900 euro ad utenza, per un totale, sugli 86 comuni serviti, tra i 26 e i 167 milioni di euro.
«Da settembre – hanno annunciato dal Coordinamento – organizzeremo degli sportelli su tutto il territorio provinciale e saremo a servizio di ogni utente per calcolare quanto ha pagato e quanto invece avrebbe dovuto pagare, in modo che possa richiedere indietro le somme versate in più all’Acea Ato 5». Ma i promotori dell’iniziativa vanno anche oltre: «A rispondere di questi soldi chiameremo direttamente e personalmente anche i sindaci dei comuni interessati, perché è stato il loro voto ed il loro assenso a consentire l’applicazione di tariffe idriche che i nostri calcoli dimostrano eccessive ed a tutto vantaggio del gestore».

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