Da La Provincia Quotidiano dell’11 luglio 2010
«Siamo d’accordo ad applicare il contratto di attuazione del piano d’ambito, ma non comprendiamo le censure all’attuale tariffa idrica provvisoria». Ieri, il presidente dell’Ato 5, Antonello Iannarilli, ha reso noto la missiva con cui l’Ambito territoriale risponde alla nota della Conviri (la Commissione di vigilanza sulle risorse idriche) di cui abbiamo riferito ieri e che sostanzialmente dice all’Ato di applicare, per la determinazione della tariffa 2010 – oggetto di disputa con la società gestore (Acea Ato 5 Spa) -, l’importo previsto dal piano predisposto dal gestore e con cui è stato aggiudicato l’appalto originario (nel 2003). Il tutto in attesa che sulla questione si pronuncino i giudici: il Tar ma anche la magistratura penale che per l’aumento della tariffa idrica operato nel 2007 ha ipotizzato il reato di truffa.
Secondo il piano d’ambito, per il 2010 il costo del servizio idrico dovrebbe essere di 1,27 euro a mc. Invece, lo scorso aprile, dopo aver annullato i contestati aumenti, i sindaci hanno fissato un importo provvisorio per l’anno in corso di 0,94 euro/mc. Troppo poco per Acea che, di fatto, rischia la bancarotta e che aveva proposto una tariffa provvisoria di 1,20.
Va chiarito a questo punto come la tariffa idrica vada calcolata tenendo conto degli investimenti realizzati dal gestore e dei costi sostenuti per il servizio. Deve coprire cioè tutte le spese e deve anche (per legge) remunerare il capitale. Risultato che si ottiene con una pianificazione (il cosiddetto piano d’ambito) che indica, annualmente, quanto il gestore deve investire e la tariffa da applicare.
Ciò detto, Iannarilli nella sua lettera alla Commissione argomenta: «Si afferma che l’Aato deve applicare la tariffa prevista per il 2010 e, correlativamente, che il gestore deve provvedere alla realizzazione degli investimenti previsti per quella annualità». Però, Iannarilli mette anche in evidenza come «l’Acea Ato5 spa ha effettuato investimenti per un ammontare di gran lunga inferiore rispetto a quelli previsti».
Alla Commissione il presidente dell’Ato fornisce anche uno specchietto degli investimenti finora previsti e di quelli realizzati: nel 2003 dovevano essere 10 milioni, sono stati 600 mila; nel 2004 dovevano essere 16 milioni, sono stati 1,4; nel 2005 a fronte di 16,7 milioni, ci si è fermati a 6; nel 2006 a fronte di 19,8, se ne sono fatti 9,8; nel 2007 dovevano essere 23,6, sono stati 13,8; nel 2008 erano previsti 15,2, sono stati 10,5; nel 2009 erano 15,2, sono stati 4,6. Ancora sconosciuto il dato del primo semestre 2010. Insomma, dice Iannarilli: perché gli investimenti possono variare (in ribasso) e la tariffa deve invece essere applicata comunque?
Il presidente dell’Ato, inoltre, mette anche in evidenza come: «Tali scostamenti (previsioni di piano/investimenti realizzati) sono stati oggetto di specifica attenzione anche da parte della Procura della Repubblica di Frosinone» sottolinenando, al riguardo «la particolare delicatezza della ipotesi di reato che riguarda esplicitamente i mancati investimenti».
Va però anche ricordato che nel 2007 l’assemblea dei sindaci aveva riconosciuto ad Acea Ato 5, seppur in via transattiva, maggiori costi e spese, rispetto a quelle previste dal piano d’ambito, a causa dei ritardi e la non corrispondenza della situazione di fatto trovata a quella rappresentata nel bando. I minori investimenti del gestore, insomma, deriverebbero – per il pregresso – anche da tale stato di cose che si era “sanato” con la delibera di aumento della tariffa ora annullata ed alla base di tutta questa vicenda.