Da La Provincia Quotidiano del 6 maggio 2010
«Ripetutamente violata la par condicio: annullate le elezioni regionali del Lazio». Lo scorso 30 aprile, presso il Tribunale regionale di in Via Flaminia a Roma, è stato depositato un nuovo ricorso contro le procedure di rinnovo del Consiglio e del presidente della Regione. A rivolgersi ai giudici amministrativi capitolini è stato Orazio Fergnani, tra gli attivisti della lista “Rete dei Cittadini” che concorreva con la candidata presidente Marzia Marzoli nella competizione elettorale.
Nel ricorso si riassumono ai togati amministrativi i numerosi esposti dalla lista civica alle varie autorità preposte, durante il periodo di campagna elettorale, alla vigilanza sul rispetto delle norme imposte dalla par condicio e sull’accesso ai mezzi di informazione. In particolare, il ricorrente lamenta come, a suo dire, la stampa (televisiva e radiofonica soprattutto) abbia rappresentato la competizione per la Pisana quale una battaglia essenzialmente tra le due candidate del Pd e del Pdl (Emma Bonino e Renata Polverini), oscurando e facendo quasi scomparire la terza candidatura in ballo, quella appunto della lista Rete dei Cittadini, Marzia Marzoli. A sostegno di tali tesi, il ricorrente elenca (e annuncia che depositerà in cancelleria al momento della costituzione in giudizio), anche le numerose delibere e circolari emesse dalle autorità di vigilanza durante il periodo elettorale (Agcom e Corecom) in cui si richiamavano ripetutamente i soggetti operanti nell’informazione a riequilibrare la sproporzione creatasi tra i vari “concorrenti” in campo. Per il ricorrente, la situazione generatasi sarebbe stata tanto grave da dover condurre oggi all’annullamento dell’intero turno elettorale, per il quale – in via cautelare – lo stesso ricorrente chiede anche la sospensiva, visto il danno che lamenta essere stato subito dalla Rete dei Cittadini. Il Tar del Lazio ha fissato al prossimo 20 maggio l’udienza in camera di consiglio in cui deciderà se accogliere o meno la misura sospensiva richiesta e ha fissato, invece, al 21 ottobre prossimo l’udienza per decidere nel merito dell’impugnativa. Preliminarmente, comunque, sempre il prossimo 20 maggio, i giudici dovranno anche dire se il ricorso presentato da un “attivista” della formazione civica sia ammissibile o meno e se sia ammissibile o meno un ricorso contro una genericità di atti (l’intero turno elettorale). Aspetti questi che potrebbero sbarrare, da subito, la via ad un successivo pronunciamento sulla questione.
E’ attesa per quest’oggi, invece, come abbiamo già scritto più volte su queste colonne, la decisione del Tar del Lazio sull’esatto numero di consiglieri che deve comporre il consiglio elettorale. A sollecitare l’intervento dei giudici è stato il Movimento in difesa del cittadino che ha contestato l’applicazione dei premi di maggioranza previsti per la coalizione vincitrice delle elezioni dalla cosiddetta legge “Tatarellum” che ha portato a 73 i consiglieri regionali proclamati eletti nel Lazio a fronte dei 70 previsti dallo Statuto e dalla legge regionale che per – va detto – prevede espressamente una norma di rinvio alla possibilità di ampliare i numero dei componenti l’Assise.